Dettagli Recensione
Vita in prestito
Trama:
Milano. Clara Scardi ha perso la memoria a seguito della perdita del marito, un ricco finanziere scomparso da diverso tempo e il cui corpo non è mai stato ritrovato. A causa delle sue condizioni, Clara vive in uno stato di apatia e confusione perenne, vigilata dall'invadente e opprimente governante e scortata ovunque dal suo autista, mentre il suo patrimonio è gestito da un curatore, il dott. Varosi. Contemporaneamente, nella stessa città, l'avvocato Mario Valadier si trova ad affrontare l'inspiegabile scomparsa della moglie Emma. L'ispettore Bertoli, incaricato delle indagini, non riesce a far luce sul mistero della scomparsa di Emma.
Clara, intanto, comincia lentamente a recuperare il controllo di se e scopre con sconcerto di essere vittima del diabolico piano di una ramificata organizzazione criminale. Nel tentativo di sfuggire a un destino oscuro, finirà con intrecciare la sua vita con quelle di Mario e di Emma.
Commento:
Il ritmo della narrazione è dettato dalla brevità dei capitoli, tramite i quali seguiamo alternativamente le vicende di Clara e quelle della familia Valadier.
Se non avessi letto la Prefazione prima di passare al romanzo, i primi capitoli mi sarebbero sembrati molto confusionari: all'inizio, infatti, si perde di vista "chi è chi" e si ha l'impressione che il tempo venga dilatato in modo innaturale. In realtà, come capiremo subito dopo (anche aiutati dalla Prefazione che lascia intuire in anticipo alcuni dei meccanismi principali che determineranno lo svolgimento della storia), tale effetto viene creato di proposito dall'autrice, proprio per la natura della vicenda che ella si appresta a raccontare.
La narrazione in terza persona assume però un tono impersonale: la voce narrante da la sensazione di limitarsi a riferire ciò che sta osservando con i suoi occhi, senza alcun coinvolgimento emotivo, in modo formale e meccanico, descrivendo talvolta anche delle azioni assolutamente irrilevanti, insignificanti e superflue ai fini della storia.
Tutti personaggi si muovono all'interno di scenari patinati, ambienti eleganti e sofisticati, immersi in un'atmosfera di pigra irrealtà. In parte ciò è dovuto al desiderio di voler sottolineare maggiormente lo stato di generale e profondo stordimento in cui versano soprattutto i personaggi principali, tuttavia ha finito col diventare un difetto: i personaggi, infatti, assumono atteggiamenti assai poco naturali, a volte persino inopportuni e inspiegabili considerate le situazioni che si trovano ad affrontare; agiscono in modo frettoloso quando ancora non hanno nemmeno gli elementi per poter trarre determinate conclusioni e giustificare ansie e preoccupazioni, mentre, al contrario, appaiono fin troppo accondiscendenti, sprovveduti e rilassati quando invece è evidente che qualcosa non va.
Le loro vite rimangono in stallo per tutta la prima metà del romanzo: non accade nulla di significativo, nonostante si sia già capito con chiarezza quello che è successo, la natura dei segreti e delle verità nascoste e la piega che prenderanno gli eventi.
Nel capitolo 26 abbiamo un improvviso salto temporale di ben 4 anni, durante i quali evidentemente non è cambiato nulla: nel passaggio tra la scena descritta negli ultimi righi del capitolo 25 e quella che leggiamo nei primi passaggi del capitolo successivo, infatti, sembra siano trascorsi al massimo un paio di minuti,con Clara che versa nel medesimo stato d'animo in cui l'avevamo lasciata e i Valadier immersi in un clima di pseudo tranquillità nel quale però aleggia il fantasma di Emma. In poche parole, se la voce narrante non avesse specificato che era avvenuto un salto temporale di 4 anni non mi sarei accorta della differenza: forse scegliere di far trascorrere degli anni per dare un'accelerata alla storia è stato eccessivo, visto che non si avverte il fatto che sia trascorso così tanto tempo tra le due scene, forse sarebbe stato più logico e plausibile far passare 4 mesi visto come è stata presentata la situazione.
Dal capitolo 27 in poi, la storia finalmente comincia a movimentarsi un po', anche se non si fa altro che avere conferma di ciò che già era possibile prevedere dopo i primi capitoli.
Il finale è aperto e anch'esso prevedibile. Sinceramente speravo almeno qui in qualcosa di diverso. Dopo tanti patimenti, le cose si risolvono (anche se non del tutto) in modo fin troppo semplice e sbrigativo per un'operazione che era stata studiata e portata avanti per anni da un'organizzazione criminale tanto complessa come quella che ci è stata descritta per tutto il tempo.
La fascetta gialla con cui era circondato il libro al momento dell'arrivo in casa mia recita le seguenti promesse:
...SEDUCENTE come un film,
SORPRENDENTE come lavita.
... NON POTRAI SMETTERE...
Purtroppo devo dire che il romanzo non mi ha affascinata particolarmente, che non è riuscito a sorprendermi dal momento che si intuisce ogni cosa con largo anticipo; in quanto all'ultima affermazione, devo dire che ho fatto diverse interruzioni: solitamente, quando un libro della medesima lunghezza mi coinvolge, riesco a leggerlo in un pomeriggio o al massimo in due se ho anche altri impegni, mentre questo non è riuscito a tenermi ancorata alle sue pagine e me lo sono tranquillamente trascinata dietro per diversi giorni, senza nutrire particolare simpatia o attaccamento verso i personaggi, senza alcuna smania di curiosità da saziare.
Concludo dicendo che il libro non è sgradevole, l'idea di base era interessante: purtroppo, però, manca qualcosa di fondamentale, ovvero il coinvolgimento del lettore; lo stile narrativo è piatto, non riesce a trasmettere emozioni, non innesca la scintilla e non crea quel pathos laddove ci si aspetterebbe di trovare ansia, apprensione e paura.
Ho cercato di stilare una recensione abbastanza obiettiva. Tra l'altro, onde evitare dubbi, ci tengo a precisare che il mio giudizio non tanto positivo non è frutto di incompatibilità con il genere letterario cui il romanzo appartiene: anzi, al contrario, i gialli e i thriller (insieme al fantasy e all'horror) sono tra i miei generi letterari preferiti.
Indicazioni utili
- sì
- no
- sì, se non avete grandi pretese;
- no, se sperate in un intreccio dinamico, impegnativo e ricco di sorprese.
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