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Una Lama di Luce che perfora l'anima
Ed eccomi immerso nella lettura di una delle indagini più complesse del nostro Commissario Montalbano. Tutto inizia con un sogno fatto dal Commissario che si ritrova in una campagna sperduta, dove poggiata nella terra vi è una bara contenente un cadevere coperto da una tela con ricamate delle iniziali. Nel sogno vi compare anche l'agente Catarella, che per chi non lo conoscesse è un personaggio grottesco creato dal Maestro Camilleri, che parla in latino e il proprietario dell'appezzamento di terra. Sarà questo sogno a turbare l'animo del commissario per l'intero arco del romanzo.
Non solo, viene messo in risalto anche la crisi personale che lo colpisce "sempre cchiù 'mmalincunutu, sempri cchiù acuta la sinsazioni d'aviri sbagliato ogni cosa della vita". Questa crisi nasce dal suo rapporto a distanza con Livia, ed anche l'aver conosciuto una gallerista Marian "beddra, auta, occhi granni, zigomi rilevati, capilli longhi e nìvuri come l'inca. A prima 'mprissioni, pariva na brasiliana. Anche Livia comunque vive un periodo turbato da un'angoscia continua ed assillante, che lei stessa non riesce a spiegare. Non riesce neanche ad alzarsi dal letto per andare a lavorare.
Le indagini di cui si occupa unitamente ai fedeli Mimì Augello e Fazio, sono una rapina a mano armata con violenza sessuale ai danni di una ragazza diciannovenne sposata, che sfocerà con un omicidio; un traffico d'armi da guerra, secretati in un casolare di campagna ad opera di ribelli tunisini opposti al regime del loro governo; ed infine un traffico d'opere d'arte trafugate.
Un romanzo articolato e molto complesso per come si dipanano le indagini, in cui Montalbano viene estromesso dalla Questura per quanto concerne quella sul traffico di armi. Ma lo stesso non demorde iniziando un'indagine parallela e sottobanco.
Il Maestro lascia sempre con il fiato in sospeso con molti colpi ad effetto. Indagini svolte minuziosamente senza lasciare nulla al caso, pesata ogni parola, ogni situazione, con descrizione di segnali corporei e stati d'animo delle persone coinvolte. E nei momenti di solitudine e lucidità che al Commissario vengono le idee su come districare la matassa, che coincidono quasi sempre dopo "una bella mangiata" con annessa passeggiata sul molo.
Il titolo del romanzo è una di quelle cose per cui io personalmente amo Camilleri e il suo stile enigmatico, originale, di come sa tessere le trame. Nulla è lasciato a caso. E quella stessa lama di luce che lega gli stati d'animo dei personaggi e che alla fine mi ha fatto commuovere lasciandomi l'amaro in bocca per la sua tragicità.
Dialoghi, descrizione dei personaggi e dei luoghi in rigoroso siciliano, a parer mio comprensibile a Tutti, ma dato che sono di parte, mi offro volontario in qualità di dizionario per qualsiasi traduzione e/o interpretazione per coloro i quali si cimenteranno nella lettura del romanzo.-
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