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Un audace autore italiano
E' inutile negarlo, Donato Carrisi scrive in maniera eccellente.
La prosa è fluente, accattivante, leggera, ma ricercata. Ci troviamo sicuramente dinanzi ad un autore dalle capacità letterarie notevoli.
Anche il racconto, quello di un dottore imprigionato in una guerra che non capisce e che non può accettare, è intrigante. Il soldato italiano che lui viene chiamato ad interrogare lo pone dinanzi ad una storia affascinante, quasi una favola di inizio secolo i cui personaggi sono tutti estremi, hanno caratteristiche che li rendono figure atipiche e per questo piacevoli da scoprire.
Ho sentito in questo racconto qualche richiamo, nelle modalità narrative, a "Novecento" di Baricco, dal quale credo che Carrisi sia stato ispirato.
Eppure nel corso della lettura mi è mancato qualcosa. Mi sono interrogato su quale potesse essere il motivo dellla sensazione di distacco che ho provato nella lettura e credo che il motivo risieda proprio alla scelta di disegnare alcuni dei personaggi protagonisti come delle figure quasi mitologiche più che reali.
Insomma, a mio avviso ci troviamo al cospetto di un autore di rango, mentre sospendo il giudizio in merito a questo racconto che, seppur ben congegnato, non mi ha tirato dentro la storia come speravo.