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Il custode disordinato
Sullo sfondo di una Gerusalemme, auspicata dal Custode della Terra Santa come capitale della pace in cui ebraismo, islamismo e cristianesimo possano convivere in un clima di distensione, Padre Matteo, famoso francescano archeologo, viene incaricato di vigilare sulla riuscita di questo utopico progetto. Si trova così coinvolto in una incalzante spy-story che vede numerosi protagonisti: i servizi segreti israeliani, un ricco uomo d’affari conosciuto come “ Lo Sceicco”, militari israeliani, popolo palestinese, giovani idealisti, terroristi e confratelli con indistinti interessi religiosi e politici.
Padre Matteo dovrà indagare, inoltre, sulla misteriosa morte di Padre Luca e sulla scomparsa di Carlino, il cane del defunto frate che potrebbe nascondere nel suo collare, un importante documento capace di stravolgere la storia dell’umanità.
Franco Scaglia, con questo romanzo, ha vinto il Premio Campiello 2002.
Nonostante l’idea non sia da scartare a priori e sia anzi piuttosto attraente, c’è troppa confusione in questa trama arzigogolata che pare non riesca mai a dipanarsi e con un protagonista che sembra essere trascinato dagli accadimenti quasi senza rendersi conto veramente della loro portata. La scrittura, dispersiva e carente di fluidità, in cui la conoscenza di tanti eventi storici è data per scontata, i troppi episodi citati e intrecciati al passato dei protagonisti, ne appesantiscono ancora di più l’ordito, creando ulteriore disordine e disorganicità.