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Il giustiziere della notte 277...
L'efferato omicidio di un'intera famiglia fa ricadere i sospetti su un inquietante personaggio, già autore di altri delitti e per di più amico della vittima.
Le prove sono schiaccianti, forse troppo , una giovane detective si insospettisce e comincia a cercare la verità dove non puntano i riflettori, verso il buio.
Si troverà praticamente da sola ad indagare su un passato doloroso che qualcuno vuole tenere nascosto ma dove si nasconde la verità.
Prendete un po' di archetipi di situazioni o comportamenti da thriller e buttateli nella mischia, qualcosa ne uscirà : metteteci un avvocato senza troppi scrupoli ma pronto ad atti eroici, il criminale divenuto tale a causa di un trauma infantile ma ovviamente cavalleresco e senza paura, il pazzo psicotico, manca qualcosa ? Ah si certo , la suspance e i colpi di scena che paiono non essere stati invitati alla tavola imbandita dall'autrice, infatti di questi... ZERO !
Tutti cosiddetti colpi di scena sono talmente banali e ovvi che quasi sembrano pilotati dal lettore. lo stesso movente dell'assassino e i vari collegamenti tra i protagonisti sono futili e tirati per i capelli.
Non si può dire che sia scritto male e nemmeno noioso ma come sarebbe un romanzo di Alicia Gimenez Bartlett senza Petra e Fermin e i loro battibecchi ? Tante chiacchiere, tanto fumo e poco arrosto.
Forse più che un thriller è un noir ma mi sembra uno di quei film sul giustiziere della notte, non i primi molto intriganti, magari il 277simo, dove ormai sai tutto , quasi prevedi le mosse dei personaggi.