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Parola alle donne
Storie di donne, per il “principe (o quasi!) del foro” barese, storie di maltrattamenti e di incesti, storie di possesso e di amore malato, storie che feriscono, che impediscono di vivere, che fanno incattivire, che macchiano per la vita. Storie difficili, che obbligano a delle scelte, che mettono sotto i riflettori i vizietti di “un figlio di papà”. L'avvocato è marcato stretto stavolta, le donne lo trascinano nello loro vicende e lo obbligano a scegliere, a prendere posizione, a schierarsi, pagando, se dovesse fallire, un prezzo altissimo, la sua carriera potrebbe finire nel cestino.
C'è ancora lei, Margherita, la sua nuova compagna è vicina ma non opprimente e ci sono le altre. Quelle che scappano, come la Mantovani, trasferita su richiesta proprio quando era più d'aiuto, quelle che accorrono, come il nuovo pubblico ministero, tanto giovane e inesperto quanto insicuro e,forse, incapace, e quelle oltraggiate. Le vittime che hanno trovato la forza di reagire, che non si sono lasciate sopraffare dallo stalker o dal violentatore, che hanno trovato il coraggio di lottare contro il proprio oppressore, come Martina o come suor Claudia.
E' bravo Carofiglio a muovere il suo Guerrieri, in mezzo a tanta cattiveria. Lo arricchisce di spessore, l'avvocato indugia inizialmente ,il caso è denso, ma è un po' più eroe, Guido, segue il volere della sua coscienza, adesso, non solo il dio denaro e quando è il suo turno non si tira indietro, si destreggia tra i ricatti più o meno velati azzeccando tutti i colpi, forse anche troppi.
Intreccio di vittime di oggi e di ieri, vicende al femminile raccontante con semplicità, puntualità e chiarezza, senza eccessi, senza melodrammi con un uomo al centro: l'avvocato Guerrieri, degno protagonista.
Accattivante con finale al chinino.
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