Dettagli Recensione
La carta più alta
Questo romanzo è il quarto e per ora ultimo della serie dedicata al BarLume. I personaggi sono gli stessi: Massimo il “barrista”, Tiziana l’aiuto barista pro-tempore e i quattro pensionati impiccioni Ampelio, Aldo, il Rimediotti e il Del Tacca. La storia gialla che si dipana in questo libro nasce dalla vendita della nuda proprietà di una splendida villa da parte dell’imprenditore Ranieri Carratori e dalla sua improvvisa morte, apparentemente in seguito ad un male incurabile.
Anche questo come gli altri tre è un giallo deduttivo ma a mio avviso vi si intuisce una maggiore maturità dell’autore. Ci sono sempre le battute, il dialetto toscano, i battibecchi e i pettegolezzi dei quattro tremendi vecchietti ma, in questo libro, vengono meglio evidenziati anche altri personaggi come ad esempio il commissario Fusco (che negli altri tre capitoli era perlopiù una comparsa) ed il dottor Berton. Anche la storia stessa è più articolata e per certi versi “difficile” e vi si nota una maggiore ricerca così come l‘ambientazione (il BarLume ristrutturato e il cambio di casa di Massimo) ci fa capire che la vita a Pineta è andata avanti. Tutto questo per dire che si nota che, prima di questo, il Malvaldi si è cimentato con altri romanzi (Odore di chiuso e Milioni di Milioni) e che quindi è maturato come scrittore. Quello che comunque rimane immutato è il grande divertimento che ci prende leggendo le avventure di questo gruppo di personaggi tanto che aprendo il libro ed iniziando a leggere sembra di tornare a casa.
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Commenti
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buon inizio settimana