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La stanza del dipinto maledetto
 
La stanza del dipinto maledetto 2013-10-07 12:08:06 MrsRiso13
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3.0
Contenuto 
 
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MrsRiso13 Opinione inserita da MrsRiso13    07 Ottobre, 2013
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Mai fermarsi alle apparenze

Perugia medioevale, il suo passato e il suo presente per sconvolgere la vita di ragazza inglese Elizabeth McInley, sicura di passare una noiosa trasferta umbra in attesa del nuovo trasferimento di suo padre, storico dell'arte, ma che, a causa dell'amore, si ritrova impegolata in una diatriba lunga quasi cinquecento anni.
Ebbene Signor Giudice e Signori della Giuria, concedetemi questo passo di “La Forma dell'acqua” di A. Camilleri:

«"Che fai?" gli domandai.
E lui, a sua volta, mi fece una domanda.
"Qual è la forma dell'acqua?".
"Ma l'acqua non ha forma!" dissi ridendo: "Piglia la forma che le viene data"»

per dire che non ci possiamo fermare alle apparenze per disquisire intorno a “La stanza del dipinto maledetto”. Permettetemi di dire che alcune volte si viene etichettati ciò che non si è, ma non per questo siamo delle nullità, semplicemente la verità è un'altra e il romanzo non è colpevole come sembra. Lo dimostrerò!
Signori Giurati dobbiamo guardare avanti, non fermarsi alla sensazioni iniziali o la critica sarebbe impietosa, il lettore di gialli più indulgente rimarrebbe insoddisfatto. E' vero, non lo nego, l'analisi della trama gialla porta ad avere un'unica certezza: i morti. Tutto il resto è solo abbozzato e fa da sfondo, ma, anche dei cadaveri sia sa poco. Cosa hanno fatto? Perché sono stati uccisi? Per le loro scoperte? Fin dove erano arrivati? Perché ciò che hanno appreso, non è stato passato agli altri membri dell'équipe di lavoro, portavano avanti ricerche in solitaria? Se le loro scoperte sono sparite perché non ci si meraviglia di questo evento? Infine, chi indaga sulle loro morti? Visto che le indagini sono del tutto assenti o liquidate con frasi banali quali: “gli inquirenti brancolano nel buio”, “stiamo vagliando varie ipotesi” e simili. Tra tutte queste incertezze e questi dubbi, senza sapere comprenderne i motivi, a un tratto l'annuncio atteso:la cattura del colpevole.
“Carneade, chi era costui?” (Don Abbondio – I promessi sposi)
Fa il suo ingresso nelle scene un perfetto sconosciuto mai incontrato prima durante la lettura, inchiodato in base a una prova non degna di tale nome.
Ce n'è per indignarsi lo capisco! Vi prego Signori della giuria, lo so, lo so, le prove sembrano incriminare il mio cliente, ma aspettate, permettetemi di finire, approfondiamo, guardiamo oltre la forma che è stata fatta prendere all'acqua.
Spostiamo lo sguardo dal giallo, focalizziamo la nostra Elizabeth, un giovane donna, sballottata in giro per il mondo da un padre attratto più dal lavoro che dalla famiglia, sempre alla ricerca del successo. Una madre assente che spesso nasconde la testa sotto la sabbia e un fratello, playstation&co. dipendente. Una caratterizzazione dei personaggi a 360° gradi, descritti con chiarezza e profondità, scandagliando stati d'animo e pensieri. Accanto a loro, i personaggi del passato citati fedelmente e gli altri attori minori, come le amiche, specchio della vita a vent'anni, delle paure e delle frivolezze dell'età. Passiamo all'analisi del contesto storico, sempre preciso e dettagliato, puntualmente amalgamato alla parte di fantasia per completarla ed esaltarla. Svisceriamo le descrizioni di Perugia, una città con scorci degni di un quadro d'autore, raccontata a tinte forti in accordo con le scene e gli stati d'animo dei personaggi. Alla luce dei fatti espressi, anche il giallo, non più in primo piano, può essere visto sotto una nuova luce, non motore della trama, ma completamento di una storia a tratti “young adult romance” a tratti “urban fantasy”, un romanzo che fonda le sue radici nella storia del passato, negli intrighi tra Stato e Chiesa e nelle nefandezze, che in nome di essa, sono state perpetrate da uomini malvagi e senza scrupoli. Una storia che rielabora ciò che è stato e lo trasporta nel presente dove le ferite di ieri devono essere sanate e le verità occultate vanno, almeno in parte, svelate.
E' vero Vostro Onore, la partenza non è brillante a tratti si sbadiglia, ma stiamo parlando di un'opera prima! Cos'è infondo, un atto respiratorio accessorio paragonato ai colpi di scena successivi. Concordo Signori della Giuria, malgrado tutto il finale appare nebuloso, ci sono misteri non a pieno risolti, ma questo non sminuisce il romanzo, non gli fa perdere la credibilità, per cui concedetemi di
terminare dicendo: mai fermarsi alle apparenze. Ancora una volta, il contenuto è più importante del contenitore.
Signor Giudice e signori giurati alla luce di quanto affermato chiedo la completa assoluzione del mio cliente dai reati in oggetto perché i fatti non sussistono e che la lettura sia liberata senza indugi ulteriori!

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SARY
07 Ottobre, 2013
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