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Metodi e casi per riflettere
Nel terzo episodio (dopo i precedenti “Testimone inconsapevole” e ”Ad occhi chiusi”) che ha per protagonista l’avvocato Guido Guerrieri, Gianrico Carofiglio affronta in forma romanzata alcune tematiche metodologiche della professione forense.
Prima questione, quella che attanaglia l’uomo comune: ma un difensore penalista sa se la persona che sta difendendo in tribunale è colpevole o innocente? E se è a conoscenza della colpevolezza – perché gli è stata confessata o perché se ne è convinto in via autonoma – come si deve comportare?
Benissimo. In “Ragionevoli dubbi” il mesto Guerrieri deve difendere una sua vecchia conoscenza: Fabio Paolicelli detto Raybàn, che ai tempi dei movimenti studenteschi, era un picchiatore di estrema destra. Costui, al ritorno da una vacanza in Montenegro, è colto in flagranza di reato: sulla sua vettura viene rinvenuto un enorme quantitativo di droga. Anche per non coinvolgere la moglie, Fabio si dichiara colpevole e in primo grado – per effetto della confessione e delle prove schiaccianti a suo carico - viene condannato a sedici anni di carcere, nonostante la difesa di un avvocato romano sbucato dal nulla.
Secondo tema: la deontologia professionale consente di confliggere con un collega? "Oltre alle regole scritte, quelle del codice e delle sentenze che lo interpretano c'è una serie di regole non scritte. Queste ultime vengono rispettate con molta più attenzione e cautela. E fra queste ce n'è una che più o meno dice: un avvocato non difende un cliente buttando a mare un collega. Non si fa, e basta. Normalmente chi viola queste regole, in un modo o nell'altro, la paga. O perlomeno qualcuno cerca di fargliela pagare". L'avvocato Guido Guerrieri decide però di agire contro il collega, Corrado Macrì, in nome della professione di innocenza del condannato in primo grado.
Terzo argomento: qual è il ruolo del ragionevole dubbio? In uno stato di diritto. Di fronte alle certezze matematiche di prove concordanti. Dinnanzi alla naturale antipatia per un personaggio che ha un passato politico orrendo e di fronte a un uomo che costituisce un ingombro perfino nelle vicende sentimentali di chi lo deve difendere in secondo grado. Guido si trova infatti alla fine di una storia d’amore e si sente attratto dalla bellissima moglie del detenuto, Natsu Kawabata, figlia di un giapponese e di una napoletana…
Quanti dubbi deve affrontare un uomo come Guido, già di per sé afflitto dai conflitti interiori ("Mi dissi che ero un imbecille e un incosciente, che avevo quaranta anni passati - ampiamente passati - e che mi stavo comportando da irresponsabile e anche da stronzo")!
Complicazioni introspettive e professionali si intrecciano nella malinconia di un professionista che vive nel suo mondo barese cercando al tempo stesso un respiro più ampio. In lui Carofiglio trasfonde le sue abilità tecniche e psicologiche con eleganza di scrittura e giusto equilibrio tra cultura e dimensione pop (pizze e birre, citazioni musicali che spaziano dai cantautori al jazz, il pugilato come valvola di sfogo…).
Bruno Elpis