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Uccidete la colomba bianca
Ancora Bordelli, ancora il commissario, ancora l'ex-partigiano. Un uomo, più che un personaggio, che narra le proprie vicende, questa volta, in un'uggiosa Firenze targata 1964, dove un pazzo uccide alcune bambine e qualcuno ha fatto fuori pure il suo amico Casimiro. Tra una sigaretta e l'altra, insieme al fedele scudiero Piras, il nostro Franco indaga con il fiato sul collo dell'opinione pubblica indignata. La pressione è alta, gli toglie il sonno, persino gli amici di sempre, Diotivede, Totò e Rosa, lo pressano per giungere alla soluzione del caso. Quando tutto sembra a un punto morto con un colpo di coda, Bordelli intuisce il trucco e svela l'omicida.
“Una brutta faccenda” è, ancora, Bordelli e il suo mondo, la storia di una comunità dove ogni personaggio e ogni ambiente contribuisce al racconto con vari scopi, alcune volte, semplicemente, per rubare un sorriso al lettore.
Intreccio sapiente, consistente, ben delineato e, come sempre, arricchito. Il giallo si colora, si fa di mille toni. I racconti di guerra del Battaglione San Marco, l'esecuzione delle condanne del processo di Norimberga e le storie della ricostruzione imprecisa e frettolosa di un'Italia ancora ferita abbracciano le indagini, le scorrazzate in maggiolone di Bordelli e Piras e le autopsie del medico legale, vicendevolmente, si coccolano, si sostengono e si trasportano, senza trascinarsi, verso un finale intuibile, ma non scontato.
Un romanzo lento senza mai essere noioso, come a imitare le atmosfere e i modi di vivere degli anni che descrive; un modo diverso di narrare, come di esistere, più flemmatico e rilassato che permette di godere maggiormente delle cose e delle situazioni.
Da leggere!
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Grazie!!!
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Pia