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Un'allieva difficile
Se qualcuno mi avesse parlato prima di questo libro, certamente non ne avrei rimandato così tanto la lettura. Purtroppo, invece, il titolo lapidario, come nel consueto stile del thriller, unito alla breve biografia dell’autrice, giovane anatomopatologa, all’uscita del libro me ne allontanarono immediatamente: adoro i labirinti del giallo, ma i particolari sanguinolenti di cui, soprattutto alcuni, sono infarciti smodatamente (mi rendo conto che siano funzionali alle storie e necessari, però…), mi impediscono di accostarmici con disinvoltura, pena…infinite nottate insonni! Ma qui il richiamo al genere è solo un pretesto. Il romanzo è frizzante e coinvolgente, ma abbastanza lontano dagli impressionanti “cugini” cui il titolo vorrebbe far riferimento. Fin dalle prime pagine Alice, la protagonista, ci trascina nelle sue tragicomiche avventure, sullo sfondo dell’Istituto di medicina legale ,in cui è specializzanda, attraverso una varia umanità fatta di giovani dottoresse rampanti, assistenti vanitosi come pavoni, irraggiungibili professori universitari, in un mondo abbastanza cinico, in cui ogni “caso”, prima di essere una persona che ha perso la vita, spesso in modo violento e misterioso, è freddo oggetto di studio, utile per dimostrare agli altri le proprie competenze e abilità e progredire nella carriera... Dopo aver avuto a che fare con bisturi e tavoli insanguinati, giovani specializzandi, medici e ricercatori riprendono la propria quotidianità, fatta anche di momenti frivoli, storie d’amore, ripicche, invidie e gelosie, come in un qualunque altro ambiente di lavoro. L’autrice dedica molte pagine alla descrizione di questo mondo, che evidentemente conosce a fondo, che ai più appare inquietante e ricco di un fascino morboso e luciferino, riportandolo ad una prosaica normalità, dove gli attori di questo straordinario teatro, lungi dal trascorrere la propria vita in un lontano lattiginoso acquario, presi unicamente dalle loro macabre indagini, come noi potremmo pensare, vanno a fare la spesa, spettegolano dei colleghi e prendono l’autobus! Fin dall’inizio della storia, Alice ha a che fare con uno strano caso: la morte di una giovane e bellissima rampolla dell’aristocrazia romana, avvenuta in circostanze nebulose e che lei ha incontrato, fortuitamente, poco prima della morte. Tale circostanza allontana Alice dalla freddezza con cui dovrebbe affrontare l’autopsia e i successivi sviluppi delle ricerche. Lo sguardo di Alice davanti al corpo inanimato della sfortunata ragazza è umano e commosso. L’inesperta dottoressa resta irrimediabilmente coinvolta nella storia e Alice non si accontenterà di analizzare campioni e processi biochimici, ma si improvviserà detective, cercando con mezzi propri (e spesso illeciti), di decifrare il mistero. Tra provette e reattivi Alice ci accompagna, attraverso una serie di avventure al limite del credibile, in cui la sua goffaggine e il suo innato talento per cacciarsi nei guai, ci faranno davvero divertire, fino alla risoluzione del “giallo”. Una volta compreso che non ci si trova dinanzi ai complessi casi dei thriller d’oltreoceano, ci si può rilassare e godersi in pace anche le derive rosa della storia (anch’esse abbastanza inverosimili: ma ti pare che Alice, tra tanti, va a incontrare proprio il figlio del suo capo, che naturalmente è bellissimo, di animo nobile e corredato di delizioso accento anglosassone e fascinosissimo lavoro di reporter…ma dai!). Davvero un libro godibile, scritto in un ottimo e piacevole italiano (non sempre capita tra i giovani autori), peccato che si legga così velocemente! Un’unica pecca: non ho capito la necessità dell’autrice di nominare continuamente marchi commerciali di abiti e accessori, che non sono necessari ai fini della storia e appesantiscono inutilmente la narrazione. Boh!
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