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Tragedie dei favolosi anni '60
Il romanzo di Marco Vichi ha due anime, perché fonde la vicenda poliziesca alla ricostruzione storica di una delle più gravi tragedie del periodo del boom economico: l’alluvione di Firenze.
La vicenda poliziesca
"Il ragazzino era scomparso mercoledì mattina dopo essere uscito dal Collegio delle Querce, durante una pioggia torrenziale... Una squadra di guardie aveva interrogato gli abitanti delle case lungo l’intero tragitto che andava dal Collegio alla villa dei Pellissari, senza tralasciare via Aldini. Solo una vecchietta aveva visto dalla finestra un ragazzino che camminava svelto sotto la pioggia all’angolo tra viale Volta e via della Piazzuola, più o meno all’una e un quarto. L’abbigliamento, il colore della cartella e l’orario non lasciavano dubbi: il ragazzino era Giacomo Pellissari."
Della scomparsa di Giacomo si occupa Franco Bordelli, il cinquantaseienne commissario ex combattente del battaglione San Marco che abbiamo imparato a conoscere con l’entourage che frequenta: l’ex prostituta Rosa Stracuzzi, il borsaiolo Ennio Bottarini, l’agente Piras.
Il corpo del ragazzino viene ritrovato nel bosco sulle colline del Chianti, stuprato e ucciso. Unico indizio un pezzo di carta, una bolletta, alla quale il commissario si aggrappa disperatamente per riportare a galla un giro violento e pericoloso, annidato nelle “alte sfere” degli intoccabili della città.
Intanto il commissario vive una seconda giovinezza nell’amore per una giovane commessa: prima perduta, poi ritrovata a spalare il fango dell’alluvione. Sarà un’esperienza intensa e dolorosa, perché sulla ragazza si abbatterà la ritorsione di una vendetta vigliacca.
La ricostruzione storico-romanzata dell’alluvione di Firenze
A Firenze, nell’ottobre del 1966 continua a piovere.
Durante la notte del 4 novembre l'Arno esonda, il fiume supera gli argini e la città è travolta dalla furia della devastazione. Le vie si trasformano in torrenti d’acqua e fango, la corrente travolge le automobili, sfonda i portali, riversa nelle strade carcasse, cadaveri, mobili e oggetti di ogni genere.
In questo scenario catastrofico il commissario Bordelli contribuisce a prestare i soccorsi ai concittadini che in una notte hanno perso tutto. Intanto le indagini proseguono.
Vichi, in modo fedele e realistico, ricostruisce la tragedia di una città assediata dagli ideali della borghesia decadente e del boom economico, ricreando l’atmosfera dei giorni in cui i fiorentini hanno affrontato l’emergenza anche per salvare il prezioso patrimonio artistico di Firenze.
Bruno Elpis
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