Dettagli Recensione
Perché è la sua bambina primavera.
Non ho ben chiare le sensazioni che questo romanzo mi ha suscitato.
Non è bellissimo, neanche travolgente, poichè ciò che racconta non è certamente nuovo, e anche lo stile, asciutto ed essenziale, mi piace, ma è conosciuto. L’autrice avrebbe potuto dilungarsi in descrizioni inutilmente “pulp”, invece no. Racconta e basta.
La storia è quella dell’infanzia e dell’adolescenza, vissuta troppo rapidamente o troppo lentamente, dipende dai punti di vista, sicuramente troppo in solitudine, dimenticata e anzi volutamente ignorata da chi dovrebbe, almeno all’inizio del difficile cammino della vita, indicarci la strada; e perché no, da lontano essere invisibile occhio, pronto ad intervenire in caso di bisogno, affinché la notte non sia sconvolta da ombre e rumori e mostri da cui dover scappare solo infilando la testa sotto le coperte.
I protagonisti sono tutti ben delineati, li conosci subito, poche righe e sai tutto di loro, dei loro pensieri, delle loro famiglie.
La figura che l’autrice è riuscita perfettamente a rendere nella sua totale alienazione dalla realtà e dagli affetti è la madre di Estefan; in lei è racchiuso tutto il senso del racconto. La Ghinelli riesce naturalmente, senza scrivere particolari accadimenti o soffermarsi troppo sul personaggio, a dimostrare come spesso la famiglia possa essere covo di incubi piuttosto che di sogni, di paure piuttosto che di serenità e tranquillità, di violenza invece che di gentilezza, diffidenza invece che fiducia, indifferenza invece che affetto; non un porto sicuro ma un luogo da cui fuggire sempre. Lei più di tutti, perché totalmente cieca.
E pur tuttavia…amicizia, solidarietà, fiducia, affetto, ci possono salvare. Sempre.