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La lama del rasoio
Il vicequestore Mastrantonio è alle prese con una serie di omicidi commessi con lo stesso modus operandi. Il fattaccio capita pochi giorni prima delle tanto agognate ferie del vicequestore in una Roma accaldata; fra calura, frustrazione, lotta tra il senso del dovere e del volere, lampi di genio e insubordinazione ne vedremo delle belle (o delle brutte? Dipende dai gusti).
Il classico giallo all’”italiana”, un po’ di tensione, colpi di scena e qualche imprecazione. Un’indagine ben svolta, con congetture, ricerche nella mala, depistaggi, escussione di persone informate sui fatti. Il protagonista calamita simpatie, la mia sicuramente sì, magari non ispira fiducia di primo acchito invece si rivela un buon segugio.
Una nota importante per chi è alle prime armi o particolarmente sensibile: alcuni fatti sono forti, difficili da digerire, soprattutto se riguardano essere indifesi.
Lo stile è semplice e caratterizzato da espressioni dialettali, per nulla fastidiose; le descrizioni degli ambienti e dei personaggi sono accennate ma non approfondite, giusto per non perdere il filo degli avvenimenti.
Una lettura breve e scorrevole, stimola l’investigatore nascosto nel lettore.
“A volte la soluzione di un caso uno spunto folgorante sepolto nel pattume della mente, affiorava all’improvviso proprio mentre fluttuavo in quello stato di vigile quiete”
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Come sempre Brava Sary!