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Il paese di Acchiappacitrulli
 
Il paese di Acchiappacitrulli 2013-06-28 12:10:24 Nadiezda
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    28 Giugno, 2013
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Riconosce questo mondo alla rovescia?

In un mondo dove: essere precari è normale, avere un lavoro a tempo indeterminato è quasi un lusso, trovarsi disoccupati dall’oggi al domani è quasi una certezza ed avere la speranza di una pensione è quasi un pensiero proibito è quasi d’obbligo leggere questo libro, il quale ci mette di fronte al ritratto dell’Italia di oggi.
L’autore ha deciso di descrivere un lembo del nostro Paese, per la precisione ha ambientato la sua storia sulla riviera Apuo-Versiliese, con pensieri e tratti ironici che allo stesso tempo ci fanno ragionare e riflettere su cosa stiamo andando incontro.
Questo libro si potrebbe quasi definire un noir, ma alcuni tratti completamente diversi ne mettono in discussione la struttura lo fanno apparire come un giallo romanzato.
Lo stile è leggero, ma profondo.
Il protagonista, Pompilio Nardini, viene descritto così bene che alla fine del testo sembra quasi di conoscerlo da una vita e si riesce a prevedere i suoi scatti d’ira prima che questi realmente accadano.

Passiamo alla trama.

Pompilio Nardini, è un giornalista precario in cerca della giusta occasione per emergere.
Quale migliore esempio per illustrarci la situazione che l’Italia si ritrova ad affrontare in questi ultimi tempi?
Questo aspirante giornalista si imbatte in uno strano fatto di cronaca nera, questo articolo potrebbe fargli spiccare il volo nel mondo del lavoro e decide di affrontarlo con le unghie e con i denti.
Si trova di fronte a situazioni strane, ma allo stesso tempo decide di non mollare anche se la questione che ne sta uscendo “puzza assai”.
Ma proprio quando la verità sta per venire a galla una serie di colpi di scena lo fanno cadere nel baratro della rabbia e del mutismo.
Pompilio ha messo il naso in affari troppo loschi e deve stare attento a come muoversi soprattutto se il “grande capo” ha in mano la chiave del suo futuro.

Che altro aggiungere?
Tranne qualche piccolo errore, che si potrebbe definire di battitura, è un libro che mi sento di consigliare, molto godibile e non troppo pretenzioso, ma allo stesso tempo molto avvincente.

Vi auguro una buona lettura!

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