Dettagli Recensione
Ti presento Ksenia, la tua sposa siberiana.
" La vendetta è come la caccia. Richiede freddezza. E una paziente strategia. In piú, nella vendetta non c’è limite alla fantasia. Usala."
Che le donne sono vittime degli uomini non è una novità e questa spiacevole affermazione la ritroviamo in ogni angolo di mondo, su ogni stralcio di giornale, su tutti i telegiornali e talkshow…
Che brutta cosa che sto scrivendo! E’ davvero una brutta affermazione e buttata così con parole quasi afone è davvero fastidiosa.
Questo non è l’effetto che mi ha suscitato una volta iniziata e finita la lettura di questo libro.
Mi ha riportato alla memoria le peripezie e le violenze che ha dovuto subire Laila in una lontana e retrograda Afganistan in “Mille splendidi soli”, perché alla fine ha prevalso la vittoria di questa donna e il riscatto alle angherie, grazie alla sua tenacia e alla calda penna di Hosseini. O alle imprese dell’indimenticabile Lisbeth Salander, che da sola tesseva spietate vendette, fin troppo caldeggiate dalla penna di Larsson.
“Le vendicatrici” è un ciclo di romanzi sui soprusi inferte alle donne, Ksenia è il primo romanzo e il riscatto di Ksenia, Luz, Sara ed Eva avviene seguendo una logica raccapricciante, commovente, fredda, scalpitante, agghiacciante, metodica e sorprendente, perché il mostro non è solo l’uomo dominatore che tiene la donna al guinzaglio corto, ma anche la donna, quella forte, ricca, malata, pazza e in questo episodio si chiama Assunta.
Massimo Carlotto e Marco Videtta hanno creato un libro carico di emotività, hanno messo dentro un bel po’ di cronaca nera: una ragazza siberiana venduta a un finto principe azzurro, una bella latino-americana che pur di fare tanti soldi si prostituisce, una moglie frustrata perché il marito ha sperperato il patrimonio alle slot-machine e una misteriosa spygirl tutto fare. Tanta carne al fuoco che ci riporta a storie di sottomissioni, stupri, perversioni da un lato e l’ambizione a rischiare tutto con la vendetta personale dall’altro.
Incredibile narrazione empatica e diretta, dai contenuti violenti che si snocciolano con piccoli pugni nello stomaco e come sottofondo Roma del centro storico e dei quartieri per bene visti da un’altra ottica, quella degli strozzini, degli sfortunati sotto le grinfie dei taccheggiatori più infami…una Roma stupida, beffeggiata, oltraggiata e corrotta.
Carlotto è sempre stato un bravo scrittore quando si è trattato di raccontare le storie più estreme sulla violenza quella profonda, quella dell’uomo visto nell’intimo più oscuro, quello in grado di commettere atrocità alienabili e senza scrupoli, anche questa volta, in un contesto nuovo si è dimostrato di essere all’altezza, mantenendo alto il livello di suspance e di sentimenti autentici come l’amore e l’amicizia, dando voce alle donne deboli destinate ad essere ingurgitate e digerite, che risalgono dagli inferi grazie alla tenacia, ribellandosi agli strozzini con le loro forze, dove le indagini poliziesche si limitano a fare da contorno.
“Prendere le bestie coi lacci, accerchiare coi cani ampie radure…è questo quello che dobbiamo fare.”
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Commenti
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Bel commento Gracy
Ci farò comunque un pensiero.
Grazie!
@CUB
si...puoi dirlo forte!
@Katia
si...facci un pensierino :)
@Sharma
se hai "amato" il Pellegrini...le vendicatrici le adorerai ;)
Bruno
Grazie!
ma grazie!
@Gianfranco
ti ringrazio tanto!
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