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LO DEVI CAPIRE ANTONINO BARONE
In questo romanzo vanno in scena i mostri italiani. Hanno carne e ossa, un volto umano, un comportamento disumano. Sono il lato peggiore del nostro paese, ci appartengono. Ma non sono i protagonisti assoluti di questa storia: accanto a loro vivono anche gli angeli, miracoli di umanità poco visibili, che nascondono una forza insospettabile. E poi ci sono loro, le vendicatrici, le vittime unite nella ribellione. La loro vendetta non è un lusso, ma una necessità, una via obbligata per tornare alla vita.
Vendicatrici e mostri sono i protagonisti, principali ma non unici, di questa prima tappa di un ciclo che promette tragedie e commedie, crimini e rivincite, eccessi di vita e di morte in cui il femminile occupa i posti più in vista del palcoscenico. Il primo enorme, italianissimo mostro che incontriamo è maschio: gli bastano poche frasi e pochi gesti per farsi apprezzare in tutto il suo orrore. Antonino Barone è l’avidità fatta uomo, la corruzione che prospera e ingrassa senza limiti. Non vivrà a lungo, ma la sua presenza si estende all’intero spazio narrativo.Un eccellente ritratto di cravattaro, che evoca altri mostri di felliniana memoria, ma si distingue per le sue passioni anomale e lo squallore che lo circonde.
Antonino Barone possiede una caratteristica peculiare anche ad altri mostri del romanzo: tiene famiglia. Probabilmente non è vero che ognuno ha bisogno di qualcuno da amare, ma di certo l’amore per qualcuno si può conciliare senza problemi con la crudeltà, anche la sua estesa. Antonino Barone e la sorella Assunta formano una coppia insolita. Si amano davvero. Il resto del mondo per loro è una preda da sottomettere, da far soffrire, da torturare, da divorare. L’avidità li lega e li nutre entrambi. Uniti da una passione davvero insolita, i fratelli Barone celebrano il loro amore condividendo il pasto. La loro storia rappresenta il familismo amorale in tutta la sua carica distruttiva.
Sadica e corrotta, oppressa da una religione di riti e paura, Assunta perde il suo centro di gravità quando Antonino viene ucciso: sbalzata in un’altra orbita, è costretta a fare i conti con un vuoto di potere che sembra davvero incolmabile. Una volta indossati i panni di vedova nera, è dilaniata tra il bisogno di prendere il posto del fratello e il desiderio di vendicarlo. A mio parere è il personaggio più riuscito del romanzo: la sua lotta per la vendetta e per il potere conduce il lettore in un ambiente soffocante, governato da leggi inesorabili, privo di spazi liberi.
La prima vendicatrice, si presenta insieme alle altre, ma in questa tappa la sua storia occupa il centro del palcoscenico. Si chiama Ksenia e ci racconta la storia delle spose siberiane: fuggita da una terra di miseria e di maschi violenti, cerca in Italia un marito decente e una vita migliore. Trova Antonino Barone e sua sorella, che la usano come schiava sessuale e la massacrano di attenzioni. Sceglierebbe la morte se fosse possibile, ma l’alternativa è di gran lunga peggiore. Ksenia non ha scelta: subisce la sottomissione per forza; incontra l’amore e l’amicizia per caso; infine si ribella per ricominciare a vivere.
Lo stile semplice del linguaggio, l’ottimo ritmo, i dialoghi asciutti e realistici narrano senza eccessi una storia dai colori molto forti e una Roma autentica, vissuta tra corruzione e bellezza, vitalità e decomposizione. Prossimamente, arriverà il turno delle altre vendicatrici.
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Sara' mio, prima o poi :-) TUTTI.
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