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La scure opprimente che oscilla fra Salvo e Livia
Avrei voluto iniziare dicendovi che questo romanzo è capitato 'per caso' nella libreria di casa mia, ma poi mi sono ricordato di Zafòn, della sua certezza che 'alla fine sono i libri a scegliere noi', e mi sono reso conto di quanto mi stessi sbagliando. Perchè non esiste il 'caso' quando si tratta delle nostre letture, e perchè avevo etichettato questo romanzo come un normale 'poliziesco', ed invece è stato molto di più.
Esaurisco questa premessa e passo al commento vero e proprio, confessandovi anzitutto che il 'primo impatto' non è stato dei migliori;
Nonostante le mie origini calabresi e la mia passione per i dialetti di un pò tutta Italia, inizialmente ho riscontrato notevoli difficoltà nella lettura di questo romanzo.
Camilleri scrive in dialetto siciliano, ma non sono tanto i termini specifici ad avermi ostacolato, bensì la costruzione delle proposizioni simile alla lingua latina - per la quale non nutro particolare simpatia -, dalla quale esso deriva.
Tuttavia, superati i primi capitoli 'di assestamento', sono riuscito sempre più a calarmi nello stile e nel linguaggio del romanzo, fino a scoprirne tutta la sua straordinarietà.
Se non si era già capito, è stata la prima volta che mi sono trovato a leggere un romanzo basato sulle avventure del Commissario Montalbano, e quindi non so se anche i capitoli precedenti siano stati strutturati alla medesima maniera, ma sicuramente posso dirvi che 'Una lama di luce' è ben diverso dagli altri romanzi gialli, perchè è articolato secondo due piani letterali tanto paralleli quanto reciprocamente dipendenti;
Il Commissario ha da risolvere due casi abbastanza spinosi, ma Camilleri vuole porre maggiore attenzione sul piano psicologico dei protagonisti. D di 'Repubblica' afferma giustamente come Montalbano sia 'vittima' de 'la crisi del diciottesimo anno', la quale crea qualche piccola crepa nella relazione fra lui stesso e la fidanzata Livia. Sarà proprio quest'ultima a subirne le peggiori conseguenze, portandosi dietro un alone di disagio e di malessere che influenzerà indirettamente anche l'intero intreccio del romanzo dalla prima all'ultima pagina.
Fino a quando, non entrerà in scena quella stessa 'lama di luce', già presente nel titolo del romanzo, che diraderà tutte le tenebre che circondano la vicenda ed i personaggi, lasciandoci in eredità un finale tagliente, drammatico e nondimeno enigmatico.
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Commenti
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Purtroppo, come dici tu, Camilleri scrive in 'una lingua a sè', ed il timore che tante persone hanno dovuto abbandonarlo per l'eccessiva difficoltà (vedi sopra la stessa Alessia) è davvero fondato.
Un vero peccato, perché il modo in cui ti coinvolge è davvero unico nel suo genere :)
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Bella rece...come sempre :)