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DIAMANTINI GREZZI
Voglio subito parlare del protagonista di questo volume, l’investigatore Pietro Malatesta. Se nel primo racconto della trilogia il protagonista era ben descritto, in questo secondo episodio conosciamo maggiori dettagli di questo straordinario poliziotto. Entrato subito nella mia simpatia per la schiettezza, anticonvenzionalità, per la semplicità e per la sua fermezza di idee, in questo episodio ho scoperto anche l’importanza che questo poliziotto dà ai principi quali amicizia, onestà e coraggio.
Malatesta e il suo compagno Appuntato vengono chiamati ad indagare sul ritrovamento di un cadavere in un parco cittadino. Nonostante tutto faccia apparentemente pensare ad una morte per overdose, Malatesta inizia una serrata indagine in senso contrario. La vittima è un suo vecchio amico, entrambi ex membri della banda dei Regolatori ,ultrà “estremisti” della Spal. Malatesta sa che Cucu (il nome della vittima) era da tempo fuori dal giro della droga. Nel corso dell’indagine vengono ripercorsi tanti episodi del periodo della banda. In queste descrizioni ci viene raccontato come Malatesta passi da delinquentello ultrà ad investigatore di polizia, tra risatine e riflessioni la lettura risulta davvero piacevole.
Ovviamente poi il finale è scontato…come ogni giallo che si rispetti anche questo avrà risoluzione.
Se si vuole in questo romanzo Malatesta acchiappa ancor più simpatia. E’ facile affezionarsi ad un personaggio che incarna un po’ ciò che ognuno di noi si augura: che dai propri sbagli si colga solamente il meglio e che questo si metta a frutto per fare scelte migliori. Come poi non identificarsi con lui quando si sente una mosca bianca nel “suq” (così lo definisce lui) del commissariato. Quante volte ci si sente “diversi” rispetto alla comunità (qualsiasi essa sia) che ci stà intorno?
Malatesta rimane un riottoso, ma è assolutamente un giusto ed un buono, non come poliziotto ma come UOMO. Mantiene comunque la sua identità, non nascondendosi dietro ad una divisa (a conferma di ciò non la indossa nemmeno). E’ impossibile non affezionarsi; è una persona normale e allo stesso tempo complessa; ancora come ognuno di noi, semplice all’apparenza ma complesso nella sostanza.
Inoltre in questi romanzi sono presenti anche forti denunce sociali; degrado urbano, razzismo, (un personaggio di questo libro se la prende sempre e indistintamente con gli extracomunitari) finto perbenismo. Insomma, un giallo con tante altre sfaccettature.
Trovo la scrittura di Mazzoni notevole, coglie in pieno quella di mio gusto, semplice e diretta ma d’effetto. Apprezzo enormemente l’utilizzo qua e là del dialetto ferrarese e il riferimento alla sua terra e ai luoghi caratteristici della sua città, nel bene e nel male.
Non posso che consigliarvi la lettura di questi gialli, li ho definiti dei diamantini grezzi perché poco conosciuti ma assolutamente piccoli gioielli preziosi dalle mille sfaccettature.
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