Dettagli Recensione
Complesso ingranaggio ma che riesce ad intrattener
La Cappella dei Penitenti Grigi è un thriller storico in cui il racconto si dipana su due livelli e in cui la trama principale è più complessa di quello che sembra: una trama è ambientata nel passato e l’altra ai giorni nostri creando un intreccio complesso di personaggi.
Questo genere di thriller già ci è noto ed è stato reso famoso da Dan Brown e Glenn Cooper, per poi diventare preda di molti emuli, più o meno all'altezza.
Maurizio Lanteri e Lilli Luini hanno il pregio di non voler imitare gli illustri colleghi. Come già detto la struttura narrativa del loro romanzo è basata sull'alternanza tra presente e passato (molto usata e tipica di Cooper), ma il ritmo è molto diverso e la ricostruzione e i dettagli storici sono molto più accurati. Impossibile non notare il grande lavoro di ricerca che c’è dietro questo libro: con molta precisione vengono descritti i luoghi visitati dai protagonisti e i fatti storici sono riportati fedelmente. E’ notevole la descrizione della Camargue, una zona molto particolare del territorio francese che viene fatta vivere al lettore con dovizia di particolari.
Sono molti i personaggi, forse troppi, ognuno con qualcosa da nascondere, ognuno agendo con una scopo ben preciso (chi per uno scoop giornalistico, chi per un articolo universitario chi per nascondere un crimine…). Appunto perché sono così tanti i personaggi risulta un po’ difficoltoso capire chi siano i veri protagonisti, ma nonostante ciò ogni personaggio è ben caratterizzato svolgendo un ruolo ben preciso nella storia e diventando a sua volta un tassello di un gigantesco puzzle.
La curiosità del lettore viene stuzzicata già nelle prime pagine in cui i due autori forniscono pochissime informazioni sugli eventi narrati passando subito ad altro. Vengono lanciate tante piccole esche in ogni capitolo inducendo chi legge a non volersi staccare dalla lettura per saperne di più. Pagina dopo pagina nascono mille congetture quando finalmente si è convinti di essere arrivati alla conclusione del mistero ecco che nelle pagine successive si scopre che è solo una piccola punta di un iceberg che nasconde molto di più.
La lettura non è molto scorrevole soprattutto per i molti fatti narrati e per la presenza di parecchi personaggi ma nonostante ciò i due autori sono riusciti a creare un intreccio fittissimo di storie e segreti in cui si rimane intrappolati come in una regnatela.
Tutto inizia con il ritrovamento del corpo di una donna, appartenente ad una giornalista parigina, Deanne Brèchet. La colpa inizialmente viene fatta ricadere su una ricercatrice della Sorbona, Fabienne Lacati, a cui la giornalista era legata sentimentalmente.
La relazione tra le due donne non è idilliaca: Daenne è innamorata mentre Fabienne vede la presenza della donna come un intralcio alla sua carriera come ricercatrice. Daenne viene poi ritrovata morta e
viene incolpata Fabienne poiché la sera prima del ritrovamento le due avevano avuto una violenta lite. Peccato per Fabienne che non sia la prima volta che si ritrova invischiata in una storia del genere. A toglierla dai casini è l’insegnate italiano Daniele Ferrara, trascinato ad Aigues-Mortes da un suo vecchio amico che sta lavorando su un servizio storico per conto di una tv. Da questo momento in poi i due cominciano ad indagare scoprendo una rete di intrighi che li porterà molto lontano.
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