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LA MIA TERRA
La mia terra, lo scrittore nato nel mio piccolo paese in cui è stato anche assessore, praticamente un eroe nazionale per noi romagnoli…. può la mia recensione essere obiettiva?
Gigi è un bambino di dieci anni che vive nella campagna degli anni sessanta. Vive in quella terra, che è anche la mia, dove i campi sembrano più estesi del cielo. Un inizio di romanzo che racconta la semplicità dei tempi, dove tutti ci si interessa un po’ di tutti e dove ogni “fatto” diventa racconto. La casa del popolo, i soldatini, le tradizionali focarine, una povertà di mezzi figlia di quei tempi.
Si può avere nostalgia di un tempo in cui non si è vissuti? Questo mi ha trasmesso questo romanzo. Un tempo in cui i film si vedevano tutti insieme, dove il tempo si trascorreva all’aperto, dove la terra aveva un valore e la semplicità e la frugalità avevano corpo.
Dove le persone buffe erano considerate persone e non emarginati. Il tempo dei miei genitori e ancora prima dei miei nonni.
Baldini però insegna che se la semplicità si è persa negli anni e nel progresso, la malvagità è propria dell’uomo in ogni tempo e Gigi diventerà adulto velocemente.
Un noir che mi ha colpita per l’inatteso finale. Ho sorriso ripetutamente e di gusto all’inizio, ho urlato d’irritazione nella parte centrale e ho pianto alla fine. Certamente la parte che narra la vita rurale dell’epoca può risultare un po’ pesante, a me ha affascinato perché racconta episodi molto simili a quelli già ascoltati dai miei affetti quindi, rispondendo alla domanda iniziale che mi sono posta, no, non credo di riuscire ad essere completamente obiettiva.
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:-)