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L' odore della notte
Ennesimo romanzo di Camilleri che leggo, naturalmente il protagonista è il mio adorato commissario Montalbano, di cui mi ostino a non vedere la versione televisiva ma che ahimè, accidenti al potere dei media..., immagino con il volto di Zingaretti.
Siamo a Vigata dove un truffatore ha circuito parecchie persone con la promessa di facili guadagni e poi si è dato alla fuga. Insieme a Gargano, questo è il nome del truffatore, è sparito anche un suo collaboratore che non aveva alcun motivo per fuggire, infatti si stava costruendo una bellissima villa in campagna proprio dove sorgeva l' ulivo tanto amato dal nostro commissario e infatti la sua ira non si farà attendere.
Una sola persona in tutto il paese continua ad avere fiducia nel Gargano, è la sua segretaria, la signorina Cosentino, che si ostina a tenere aperto l' ufficio e ad esporsi così ai reclami dei truffati sperando di rivedere al più presto il suo capoufficio di cui è innamorata.
Oltre ai protagonisti, sono svariati i personaggi che si susseguono nel racconto, simpatiche caratterizzazioni di abitanti Vigatesi.
In tutto questo abbiamo un Montalbano che inizia a sentire le prime avvisaglie del tempo che passa ma che non ha ancora perso la sua verve e l' intuito che lo contraddistinguono e l' eterna fidanzata Livia che rimane il porto sicuro nel quale trovare conforto.
Ancora una volta Camilleri dichiara di ispirarsi a un fatto di cronaca oggetto di un articolo redatto dal suo amico Francesco, "Ciccio", La Licata, mentre il tragico e suggestivo finale riprende l'atmosfera decadente del racconto di William Faulkner intitolato Omaggio ad Emilia.