Dettagli Recensione
...l'essenziale è invisibile agli occhi....
Ambientato in Lucania, la storia di un presunto suicidio di una ragazza per bene, studiosa, volenterosa e in cerca di lavoro, aggrappata con orgoglio alle proprie origine, per la quale partire non è un'opportunità ma una "fregatura", si intreccia con gli interessi delle lobby del petrolio, la malavita e la politica. Ad indagare su questo presunto suicidio è un magistrato, Imma Tatarani, una donna con il forte senso della legge, della responsabilità e del dovere, che, proprio per questo suo modo di essere, non è certo ben vista in Procura da colleghi, sottoposti e anche un po' dalle alte sfere. Ma......certo sa bene, quando non è aria, come far vedere i sorci verdi a chiunque.
In una indagine caparbia, quasi privata, in cui ben presto si accorge non potersi fidare di nessuno, tranne del suo Calogiuri, per il quale "sbanda".....a tratti. Oltre non vo'...!!!!!
Quella della Venezia è una scrittura a primo acchitto un po' complicata (almeno a me ha dato inizialmente questa sensazione); mi ci son volute alcune pagine per entrare nel suo ordine di idee e nei modi di narrare, di introdurre cose che apparentemente non c'entrano granché, ma dopo un po', sono riuscito ad assaporare appieno questo racconto e le riflessioni di Imma, schiette, dirette e molto divertenti. Imma è una donna tutta d'un pezzo ma.....pur sempre una donna, anche se a volte lo dimentica.
Molti temi sono toccati dalle pagine di questo libro, dall'inciucio politico all'omertà, dalle difficoltà di una regione non proprio ricca alla famiglia, e al duro lavoro di quei magistrati che sono realmente "ispirati" dalla legge e dal rispetto delle regole.
Buona lettura.