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L'oscura immensità della morte
 
L'oscura immensità della morte 2013-04-08 15:34:21 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    08 Aprile, 2013
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L'odio e il perdono

L’oscura immensità della morte è forse uno dei migliori romanzi di Massimo Carlotto; è un’opera di notevole livello, che, al vantaggio di leggersi con facilità, unisce anche lo stimolo a profonde riflessioni sui rapporti fra gli uomini, sulle loro reazioni agli avvenimenti che li toccano direttamente, lasciando un segno incancellabile sulla loro psiche.
In breve il tutto nasce da una rapina dove vengono uccisi da uno dei due banditi due innocenti, madre e figlio. Uno dei malviventi viene arrestato e condannato all’ergastolo, l’altro invece fugge e resta in libertà. Quindici anni dopo l’omicida, affetto da un cancro inguaribile, chiede la grazia e quindi il perdono del marito e padre delle vittime, un uomo ormai prigioniero della solitudine e della memoria, con sempre impresse nella mente le ultime parole di sua moglie “E’ tutto buio, Silvano. Non vedo più nulla. Ho paura, ho paura, è buio.”
Non vado oltre per non togliere il piacere al lettore di scoprire come si evolverà la vicenda, dove, pur negli stilemi di un “noir”, si è indotti a profonde riflessioni sulla vita e sul concetto di giustizia, con una narrazione essenziale, incalzante e incisiva, ma non per questo meno coinvolgente. Carlotto come scrittore ha il dono dell’immediatezza, cioè riesce a trascinare il lettore nelle spire della trama, rendendolo di fatto partecipe fino a immedesimarsi prima con l’uno e poi con l’altro dei due personaggi principali, che non sono altro che le rispettive immagini speculari.
Alla vicenda fa da sfondo una città del Nordest, in cui tutto è regolato dall’ipocrisia, in particolare da quella dai mass-media, ossessivi e implacabili nell’imporre il loro concetto di giustizia, ma anche propinatori di illusioni alle quali i due protagonisti non si sottraggono.
L’oscura immensità della morte è un romanzo di grande respiro, una sorta di compendio dei molti difetti e dei pochi pregi della società in cui viviamo.

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Commenti

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Si anch'io credo che sia uno dei suoi romanzi migliori....sugli ultimi meglio stendere un velo pietoso
siti
26 Luglio, 2015
Ultimo aggiornamento:
26 Luglio, 2015
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Ciao Renzo, a suo tempo lessi "Il fuggiasco" e" Le irregolari", mi fecero innamorare di lui. Il tema della giustizia è sempre molto interessante, soprattutto se chi ne scrive ha alle spalle un'esperienza simile alla sua. Interessante recensione che potrebbe farmi avvicinare a letture che non coltivo più.
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