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IL FINALE... QUESTO SCONOSCIUTO
Un buon thriller questo romanzo, con un titolo dal sapore esoterico che in realtà non ha.
Il titolo è un riferimento all’io cosciente di noi stessi, “cogito ergo sum” e quindi la domanda che ci poniamo è : Il male dove risiede nel corpo, nell’anima o nel identità dell’ individuo che commette il crimine ? ecco questo thriller potrebbe essere letto con questa domanda nella testa ed è questa la domanda che mi ha accompagnato, assieme ai tre originalissimi protagonisti che devono guardarsi nell’ anima per scoprire dove risiede il male a cui danno la caccia,per portarli cosi verso la risoluzione dei casi su cui stanno indagando e che difficilmente possono essere perdonati con leggerezza.(capisco che questa mia affermazione sembri un po’ contorta, ma leggendo il libro capirete il motivo)
Il romanzo si svolge in una Roma diafana, senza un minimo di colore. Avvolta da un mistero secolare, al centro del’eterna lotta tra bene e male… ma saranno poi realmente in lotta ?
La storia che Carrisi ci racconta viene da lontano, dalla notte dei tempi, da quando l’uomo prese coscienza di se, abbracciando con questa sua evoluzione il male il bene e ... quella sottile linea grigia che separa i due elementi, Yin e Yang ma li unisce e li vincola in modo indissolubile fondendoli e dando vita ad un crepuscolo dove il bianco e il nero si sostituiscono l’uno all’altro senza soluzione di continuità.
[…]«C’è un luogo in cui il mondo della luce incontra quello delle tenebre. È lì che avviene ogni cosa: nella terra delle ombre, dove tutto è rarefatto, confuso, incerto. Noi siamo i guardiani posti a difesa di quel confine. Ma ogni tanto qualcosa riesce a passare... Il mio compito è ricacciarlo indietro.» […]
Autore dal linguaggio semplice,immediato e coinvolgente, ma come già nella precedente occasione incapace di creare un finale forte e credibile. Non tanto nel suo epilogo che, anzi, è strutturato sicuramente meglio della precedente fatica ed esalta la trama nello specifico, ma nei fatti che conducono alla fine: Purtroppo anche qui sono rimasto deluso dai buchi narrativi e dalla mancanza di realismo dato nelle ultime 100 pagine ( sono convinto che una sparatoria in luoghi pubblici, difficilmente passi inosservata, e ancor di più in strutture pubbliche presidiate: questo per dare un esempio concreto e non buttare li un impressione). Non è che un romanzo di fantasia debba essere particolarmente realistico, ma sicuramente quanto più è possibile essere coerente e credibile,in particolare quando realtà e fantasia devono coesistere al interno dello stesso contesto.
Per concludere:
Una storia dalla trama affascinante,suggestiva e coinvolgente, che da qualche spunto per chi lo vorrà a soffermarsi a pensare sulla vera natura del bene e del male, ma un finale poco credibile che si compensa in parte con un epilogo all’ultimo respiro.
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