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Mi sono innamorata di Guerrieri
E’ il secondo libro di Carofiglio che leggo e non sarà certamente l’ultimo. Ha tutte le caratteristiche della letteratura contemporanea che amo, ben scritta ma non aulica, coinvolgente ma non troppo leggera.
Come nel precedente libro da me letto, “Le perfezioni provvisorie” si tratta di un giallo “legale”, molto ma molto intimistico per certi aspetti.
L’avvocato Guerrieri è alle prese con un caso di violenza sulle donne, e il fatto che l’uomo violento sia figlio di un pezzo grosso della Magistratura barese non gli facilita affatto le cose.
Tratteggia stupendamente tre figure femminili che non si dimenticano facilmente: la compagna Margherita, intelligente e sarcastica, indipendente e protettiva; la vittima della violenza, fragile ma non per questo meno determinata ad avere giustizia; la suora che l’aiuta, figura complessa, misteriosa e per certi versi sorprendente.
E poi c’è lui, l’avvocato Guerrieri. Malinconico e ironico, determinato a puntare alla vittoria finale pur considerando l’incarico quasi un autogol per la propria carriera, sempre attento all’essenza delle persone con cui viene in contatto per lavoro. Ma più di tutto, l’avvocato Guerrieri lotta contro il suo nemico number 1, il tempo che inesorabilmente passa e con il nemico numero due, la monotonia del vivere, che combatte con l’ascolto di buona musica, con la lettura, con un po’ di boxe in compagnia di Mister Sacco.
E, sarà perché sono molto vicina a lui con l’età, sarà che mi immedesimo molto in questo personaggio, sono proprio queste le annotazioni che mi fanno amare Carofiglio, al di là della piacevolezza delle storie e della scrittura che scorre fluida tenendomi incollata alle pagine fino a che non ho finito il libro. E finisce sempre troppo presto, un paio di serate al massimo.
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Guerrieri mi ha trasmesso grandi emozioni.
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