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La cappella dei penitenti grigi – Commento di Brun
Thriller storico scritto da due autori italiani che imbastiscono una storia molto articolata intorno a una setta: “… Esistevano i Penitenti Grigi di Aigues-Mortes, da più di quattrocento anni. Alleviare i mali del corpo e dell’anima, accompagnando chi soffre a un sereno trapasso. Un’opera di misericordia, compiuta in espiazione dei propri peccati.”
Aigues-Mortes è una cittadella fortificata della Camargue: “Luigi IX ha bisogno di un porto nel Mediterraneo, per organizzare la sua spedizione. Così acquista queste lande desolate dai monaci …”
Lì si recano Fabienne Lacati, ricercatrice della Sorbona con “una carriera accademica d’eccellenza” e “Deanne Bréchet, giornalista d’assalto che rimesta nel torbido dell’alta finanza, improvvisamente interessata alla storia dei Penitenti Grigi”.
Quando la giornalista, legata a Fabienne da un rapporto ambiguo, viene ritrovata uccisa, si pensa che “… l’hanno ammazzata perché ha visto o sentito qualcosa”.
In questo delitto sembra facile ricondurre l’omicidio a Fabienne: “Una donna indefinibile, messa lì apposta per interpretare il ruolo del colpevole predestinato”.
Fabienne però viene scagionata e, sentendosi in pericolo di vita, indaga con Daniele Ferrara, un collega italiano del quale si innamora.
Tutto sembra ruotare intorno ai misteriosi Penitenti Grigi: “… I membri della confraternita di cui io mi sto occupando operano ancora nell’ombra, celando chissà quali interessi.”
“Avete un Priore? Eletto ogni anno?”
“Ora la carica è vitalizia …”
“… Ecco spuntare un Priore in carica. E non uno qualsiasi. Il Domaine Claparède non è il più grande allevamento di tori della Petite Camargue, ma di certo è il più prestigioso.”
Intanto si verificano altri casi sospetti di omicidio: sul lago di Ginevra, viene ritrovata senza vita Estelle Martinez di Radio Chablais … “la deejay più famosa dell’Alta Savoia”. Stessa sorte per il guardiano della cappella dei Penitenti Grigi e per Diego, professore universitario e amico di Fabienne.
Il romanzo si fonda su una formula di grande successo: quella di abbinare il thriller a un filone storico misterioso e occulto. In questo caso quello dell’intolleranza religiosa che nel XVII secolo vide l’ortodossia cattolica contrastare il movimento degli ugonotti.
Gli autori sono abili a mantenere le fila di una storia complicata nella quale il lettore corre più volte il rischio di perdersi.
Lo stile è efficace, giornalistico, sorretto da sorprese, delitti, scheletri rinvenuti nella cripta, passaggi segreti e tutti gli altri ingredienti che tengono desta attenzione e curiosità.
Bruno Elpis