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Un giallo ironico e leggero
Non conoscevo Malvaldi, noto soprattutto per i romanzi della serie dei vecchietti del BarLume (che non ho letto) e devo confessare che questo giallo non mi ha pienamente convinto. Non ci sono la sapienza e la freschezza narrativa di un Camilleri, non divertono le macchiette popolane di un Vitali, non traspare la scrittura brillante di un Soldati o di un Chiara : Malvaldi non coglie nel segno, pur narrando una vicenda popolare interessante e abbastanza intricata ma che non si esplicita in colpi di scena da tipico thriller. volgendo invece abbastanza quietamente ad un finale imprevedibile, sì, ma che non distoglie il lettore da sonni tranquilli. Insomma, un tipico romanzetto da sala d’attesa o da bibliotechina di villaggio turistico. La storia coinvolge due ricercatori, un genetista ( Piergiorgio) ed una esperta di archivi ( Margherita) , inviati in uno sperduto paesino, Montesodi Marittimo, per indagare sulla noméa di “paese più forte d’Europa”. L’imprevisto è costituito dall’assassinio della maestra del paese, un’anziana vedova con figlio poco raccomandabile : l’indagine, favorita dal fatto che un’abbondante nevicata isola il paese dal mondo, percorre varie strade fino alla soluzione alla quale contribuiscono la sagacia e la pazienza dei due protagonisti. Personaggi secondari ma descritti con taglio abbastanza convincente, sono il sindaco del paese (con moglie al seguito), il maresciallo dei carabinieri, un aitante sacerdote di colore che si divide tra salutari corse campestri, doveri del culto ed amorose attenzioni ad una enigmatica servotta, e altre figurine che completano un quadro ben circoscritto, in cui i caratteri e le vicende si diluiscono in un paesaggio imbiancato da “ milioni di milioni” di fiocchi di neve. Come “milioni di milioni” sono le stelle che Piergiorgio e Margherita, ormai prossimi all’innamoramento, vedono in cielo dalla collina del paese : stelle che (così termina il romanzo) “ a causa delle luci artificiali né Piergiorgio né Margherita sono in grado di vedere più “. Un finale romantico di una vicenda ironica e leggera, che ti lascia ben poco dentro se non il desiderio di conoscere l’autore attraverso le più note storie dei vecchietti del BarLume.