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Non si può morire di Natale
NON SI PUÒ MORIRE LA NOTTE DI NATALE.
Un jeu de massacre. Un romanzo con le caratteristiche del dramma borghese in giallo. Un’indagine psicologica, a tratti psicanalitica, sui rapporti familiari. Un interno milanese torbido. Un tour de force emozionale sull’amore falsificato, sull’egoismo, sulla rimozione usata come balsamo cosmetico delle ferite dell’anima. Tutto questo e altro è il nuovo romanzo di Enrico Ruggeri. Un’opera letteraria lucida, senza indulgenze, a tratti torbida, a volte spietata. Un romanzo strutturato come un puzzle. L’autore, pagina dopo pagina, toglie e aggiunge tessere con la bravura di un consumato scrittore di genere, poi tradisce i canoni della scrittura in giallo e avvince il lettore con una profonda e toccante analisi dei sentimenti. Enrico Ruggeri fa letteralmente toccare con mano il dolore che scorre sotto la pelle e nel profondo dell’anima dei suoi personaggi. La vita precedente di Giorgio Sala, il protagonista, preme con forza tellurica sulle vicende raccontate, smuove strati profondi dell’inconscio e fa crollare gli edifici ipocriti dove viene messa in scena la vita quotidiana dei personaggi. Qualcuno, la notte di Natale, ha cercato di uccidere Giorgio Sala. Qualcuno che era stato a tavola con lui. Un colpo di pistola ha ridotto il protagonista in coma e, da quella condizione sospesa tra la vita e la morte, parte un’indagine che, prendendo per mano il lettore, lo conduce fino al colpo di scena finale. Non è un noir. Non è un giallo. È un romanzo avvincente di Enrico Ruggeri, uno scrittore vero.
Gino Saladini
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