Dettagli Recensione
c'è qualcosa che...
Devo dire che ho letto questo libro con piacere ma purtroppo... una volta terminato ho avuto una strana sensazione che ha pregiudicato il giudizio finale (o meglio, quello che penso, non mi permetto di giudicare!?!). Andiamo per ordine: l'idea in sè e la collocazione storica mi sono piaciute, così come la location (se così si può dire). L'idea di un manicomio nei pressi di Genova, con una storia che si snoda durante la seconda guerra mondiale le ho gradite, così come l'idea del protagonista, un agente delle SS che vi si rifugia, in preda ad un "risveglio" morale. Anche se, devo dire, i contorni del protagonista sono alquanto nebulosi e poco chiari. Forse qualche dettaglio in più avrebbe giovato alla storia. Il breve ritratto dei retroscena del periodo storico a livello di come un certo tipo di potere veniva esercitato e della precarietà della vita sotto i bombardamenti da parte degli alleati sono sicuramente suggestivi. L'intrigo della trama è apprezzabile e l'identità dell'assassino risulta (almeno per me) oscuro fino alle ultime pagine come il ruolo/senso della paziente n.9 stessa. Solo che... una volta svelata... l'identità dell'assassino mi è risulatata poco credibile!! Peccato. E' questo, molto, probabilmente ciò che mi lascia perplesso e che non mi ha fatto giudicare in modo del tutto positivo questo libro.
Ma comunque, come dico sempre, questa è solo la mia idea a proposito di un libro!





























