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Psycho Killers
Dove eravate la sera dell’11 luglio 1982, mentre la nazionale italiana di calcio dopo una trionfale cavalcata si giocava la finale con la Germania? Io, allora adolescente, ero assieme ad altri coetanei seduto sul divano, nello stesso posto che non avevo più lasciato dopo l’inattesa vittoria con l’Argentina.
Anche il Commissario Michele Balistreri, eccezionale protagonista di questo libro, se ne stava davanti alla TV a tifare, poi avrebbe fatto festa con la bella conquista di turno. Lui, così beffardo e strafottente, ex militante di Ordine Nuovo, già deluso dalla pur giovane vita e da un oscuro recente passato.
Ma l’appuntamento con la propria coscienza arriva prima del previsto, Elisa Sordi, giovane e bellissima impiegata negli uffici amministrativi del Cardinale Alessandrini, situati nella palazzina B di via Camilluccia, è sparita nel pomeriggio senza lasciare tracce, mentre tornava a casa attraversando una Roma assolata e deserta.
Balistreri chiamato dai familiari durante la finale, liquida velocemente la questione rimandandola al giorno successivo. Poi, il ritrovamento del corpo martoriato di Elisa nel Tevere, avvia le indagini, che vengono incasinate a dovere dalla inesperienza del nostro e dalla oscura volontà di qualcuno. Ventiquattro anni dopo, il suicidio della madre di Elisa Sordi, avvenuto durante la finale contro la Francia, fa riaprire il caso.
Gran bel libro, “Tu sei il male”, noir con i controfiocchi, dal protagonista, una sorta di Pellegrini di Camillotto, che però compie un percorso contrario, una Roma dei delitti irrisolti (Via Poma, l’Olgiata, l’omicidio di Marta Russo), e dei poteri forti (Vaticano, Servizi Segreti, Servizi Deviati, ex Monarchici pronti a riprendersi il potere), una storia ampia, complessa, che dipinge un affresco corale sull'Italia e su come siamo diventati noi italiani.
Fantastico ed emozionante seguire il percorso di riabilitazione di Balistreri, disperatamente aggrappato ad un male senza volto, inseguito lungo un arco temporale così ampio, oppure no, dove ci si accorge che la fine è inevitabilmente legata all’inizio, disegnando un cerchio ozioso e diabolico.
“Piatto” fu la prima parola che Balistreri sentii dire ad Angelo Dioguardi, “Bingo!” è quella che vi dico io.
[LA RECENSIONE TERMINA QUI, MA SE VOLETE VI RACCONTO COME MI E’ ANDATA A FINIRE]
Dopo la splendida vittoria dell’Italia non andai però a festeggiare, rimasi con la mia fiamma di allora, perché i suoi genitori non volevano uscisse. Il piccolo grande amore estivo si dissolse in fretta, ed io sono rimasto con il retrogusto amaro del pentimento per non essere andato a festeggiare con gli amici. Ho aspettato di rivivere questo momento per ventiquattro anni, dopo la vittoria questa volta più sofferta con la Francia mi misi in macchina deciso questa volta a fare il casino che l’evento meritava. Poi arrivato in prossimità della piazza, dove i festeggiamenti erano in corso, guardai i fumogeni, ascoltai le urla e i cori festanti, sorrisi e me ne tornai a casa.
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