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RACCONTI: VOLUME SECONDO
“Questo è il guaio del nostro tempo: l'inutile è quanto di più utile”.
In questo secondo volume sono racchiusi cinque brevi gialli, tutti datati 1991 e quasi tutti aventi come protagonista il nostro sergente “caffeinomane” Sarti Antonio; dico quasi tutti perchè in uno, ovvero nel “I quarantasette colpi”, la “primadonna” non è il nostro questurino, bensì Poli Ugo, l'archivista zoppo, eroe antiumano, nonché antitesi di Antonio, creato dallo stesso Macchiavelli per surclassare la sua prima creatura, momentaneamente ripudiata, a cui poi ritornerà un po' con la coda tra le gambe, con buona pace e piacere per i lettori, che trovano proprio antipatico lo Zoppo per i suoi modi rudi, insensibili, violenti, che tanto lo allontanano e lo contraddistinguono dal nostro eroe, sensibile (in primis al buon caffè e alle belle donzelle), dotato di ottima memoria, confusionario, a volte stupido e un po' ridicolo, ma in fondo tanto amato proprio per questo, perchè il suo bello è quello di essere dannatamente umano, una persona comune, una persona come tante, se non fosse per la sua patente di questurino.
In tutti i racconti c'è sempre uno sfondo, una base, che sfocia nella realtà; una realtà che risulta attuale nonostante siano passati più di vent'anni dalla loro redazione: ci si ritrova nel mondo universitario; in quello ospedaliero, caratterizzato dalla malasanità e da dottori interessati a far soldi piuttosto che a rispettare la loro etica medica; in quello sportivo, con scommesse su partite e strane e improvvise promozioni in categorie superiori (quando si dice che i soldi aprono tutte le porte...).
Accanto al nostro Sarti Antonio i soliti: la Biondina e il suo lavoro non proprio rispettabile, il talpone Rosas, il capo Raimondi Cesare, Felice Cantoni e un personaggio tanto bizzarro quanto simpatico: Settepaltò, un vecchino adorabile che indossa sette cappotti perchè ritiene che questi lo salveranno dalle radiazioni che potrebbero colpire la terra... niente di più attuale non trovate?? E dimenticavo... ovviamente c'è anche Bologna, scena del crimine e protagonista silente di ogni racconto!
Un volumetto che mostra come la scrittura di Macchiavelli sia maturata; nonostante a volte sia ancora ostica, si nota infatti come stia diventando più fluida e più vicina alle sue opere più conosciute.
Cinque racconti che potrebbero essere stati tranquillamente scritti negli ultimi anni per l'attualità dei temi trattati; ma, come per il primo volume, ne consiglierei la lettura solo dopo aver letto i suoi racconti per così dire più lunghi, di modo che riuscirete ad apprezzarli tutti come si deve!