Dettagli Recensione
RACCONTI: VOLUME PRIMO
Questo libro è il primo volume, di una serie di quattro, che racchiude una raccolta degli scritti di Loriano Macchiavelli, pubblicati tra il 1977 e il 1988.
Sono tutti gialli che hanno principalmente come protagonista il sergente Sarti Antonio, attorniato dalle solite comparse che chi ha già letto un suo libro non mancherà di ricordare, ovvero: Felice Cantoni alla guida della fidata auto 28, l'ispettore capo Raimondi Cesare, lo studente universitario, nonché “talpone” Rosas, Poli Ugo l'archivista detto lo Zoppo, la Biondina amica intima del nostro sergente.
Quasi tutti i racconti si svolgono in quel di Bologna, città che con i suoi portici e le sue stradine, in cui i giochi di luce a volte creano strani effetti di ombre, regala allo scrittore lo sfondo ideale in cui ambientare le storie che vedono il sergente, amante del caffè e affetto da colite cronica, coinvolto nella risoluzione di casi in cui di volta in volta viene immancabilmente coinvolto; quando non ci ritroviamo a percorrere le strade del centro del capoluogo emiliano, ci troviamo invece catapultati in Romagna: nella spiaggia privata del Grand Hotel di Rimini, a Riccione, Cesenatico o nella mia amata Cattolica (cittadina in cui lo stesso Macchiavelli, dopo esser stato premiato due volte, ha cercato di far diventare il centro da cui promuovere il giallo italiano).
In ogni racconto ritroviamo un sergente a volte distratto, a volte talmente intuitivo da sbalordirci, sempre aiutato dal suo amico Rosas, senza il quale il più delle volte non riuscirebbe a ritrovare il cosiddetto “bandolo della matassa”; ritroviamo Bologna d'estate, popolata da persone alla costante ricerca di refrigerio, con le finestre aperte per cercare di fare entrare un filo d'aria che non c'è e non arriverà, a meno che non si vada sui colli, con il suo caldo umido e afoso che non si può descrivere né capire se non si è mai stati qui nel periodo suddetto; ritroviamo la Piazzola, luogo di shopping e di accozzaglie per accaparrarsi il pezzo “bazza” del momento; riscopriamo un personaggio che deve ancora crescere per diventare quel protagonista dei gialli seguenti che ci coinvolgerà più di quanto non lo faccia in questi racconti brevi.
In totale sono diciassette racconti, alcuni avvincenti, altri meno, alcuni noiosi, altri più movimentati e piacevoli; lettura ideale per chi ha già letto gli altri romanzi di Macchiavelli, per chi si è affezionato al personaggio di Sarti Antonio e voglia conoscerne le origini, per chi è curioso di leggere i romanzi brevi di questo scrittore, per chi è bolognese come me e voglia perdersi tra le righe di un giallo ambientato nella propria città; ma mi sento di sconsigliarlo a chi per la prima volta si avvicina ai romanzi di questo autore, potrebbero risultare un po' confusionari, banali o privi di quel tocco in più presente in altri gialli quali “Ombre sotto i portici” o “Sarti Antonio: un diavolo per capello”.
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-Le piste dell'attentato
- Fiori alla memoria
- Ombre sotto i portici
Si, è un linguaggio ostico e datato il primo risale al 1974
Tratto da "Le piste dell'attentato":
"I giornali sono una cosa che fa schifo. Uno dice:" l'ho letto sul giornale" e l'altro risponde: "beh, se è sul giornale!" Il giornale è sacrosanto; il giornale è vangelo, il giornale è la verità fatta carta stampata....il giornale è un letamaio.... "
Tratto da "I fiori alla memoria":
"Un giorno in un fosso, pascolava un elefante rosso. Passa un cacciatore e non lo vede. I suoi amici gli chiedono: "hai visto un elefante rosso pascolare in un fosso?" Lui dice" No! ci sono molte fragole sul bordo del fosso e può essermi sfuggito l'elefante rosso che pascolava"