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"La lettera perduta"
In un piccolo paesino siciliano, nel caldo afoso di una giornata d'estate si consuma un delitto feroce: un'anziana baronessa, Isotta Dagnino, viene infatti barbaramente uccisa.
Chi poteva mai avercela con la vecchia signora?
La figlia Carlotta e la nipote Marta, intuiscono subito che chi ha ucciso Isotta cercava qualcosa, forse delle vecchie lettere. E sarà proprio una lettera il filo conduttore di questa storia, una lettera giunta nelle mani sbagliate e conservata poi nel tempo per essere usata al momento giusto.
Tornate a Roma, Carlotta e Marta, cercano di ricostruire il passato di Isotta per dare un senso alla sua morte, aiutate dal loro amico Paolo Lipari, politico dalle idee pericolosamente innovative, in corsa per la carica di Presidente del Consiglio.
E sarà a Roma, che i fantasmi dal passato di Isotta si intersecheranno in modo impensabile con la vita della figlia e della nipote, ma anche con quella di Paolo Lipari e del suo arduo percorso di svolta alla politica che in molti cercano di fermare.
Un giallo che si legge velocemente per il suo stile semplice e lineare. Piacevoli in particolare le descrizioni del piccolo paesino siciliano. Una trama senza astruse complessità, che si lascia capire senza sforzi immani ma anche apprezzare proprio per il suo scorrere rapido. I personaggi sono talvolta un po' troppo "wonder", troppo coraggiosi, troppo intraprendenti e quindi poco realistici, ma nell'insieme simpatici e capaci di generare sintonia nel lettore.
Lo consiglio perché piacevole e soprattutto perché è stato una sorpresa scoprire che l'autore è il libraio del mio paese...o che il libraio del mio paese è anche scrittore!