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Povero Umberto!
Farfalle, scorpioni, tarli, formiche si muovono sulla scena di questi frizzanti racconti gialli, piccolissimi e intriganti, insetti insospettabili che, nelle mani (o meglio, nella mente) di Sherlock Holmes o il tenente Colombo, divengono, con incredibile scorrevolezza, una prova schiacciante per la soluzione di vari brevissimi misteri. E se ciò potrebbe anche stupire poco, considerando che l'autore è un entomologo, strabiliante è la sottigliezza della narrazione, gli ammicamenti nemmeno velati a quegli ispettori e detective che hanno reso celebre il giallo-poliziesco.
Certamente, lo spazio che le storie occupano è così esiguo che non si hanno i mezzi per individuare l'assino, ma questo, pur essendo contrario alle norme del giallo, non era lo scopo dell'autore. Questi otto racconti ruotano attorno al modo utilizzato per uccidere e agli indizi per scoprire l'assassino. E' una sorta di sfida allo stupore, ironica, affascinante, in cui il ruolo di Narratore si confonde con sottile intelligenza al ruolo di Lettore e si prova un piacere fine nel seguire le brevi indagini.
Celli scomoda capisaldi della letteratura e del cinema, Holmes e il Tenente Colombra, recupera gli intramontabili temi della camera chiusa e delle manie, in questo caso antiquarie, e raggiunge in alcuni casi una dimensione quasi metafisica, in cui il giallo passa in secondo piano, oppure, a seconda delle interpretazioni, sei tu stesso vittima. Chissà la mente quali tortuosi ragionamenti seguirà per dare una spiegazione..... .
Ma veniamo al caso che dà titolo al romanzo: povero Umberto, trovato morto in una camera irraggiungibile, suicidio o omicidio? Holmes, in vacanza a Cattolica (e già questo è eloquente) indaga. Perchè c'è odore di mandorle amare? Cosa ci fanno delle farfalle morte sul pavimento? Elementi apparentemente illogici, ma Holmes nono è il l'ultima ruota del carro e la sua logica sarà implacabile.
Racconti divertiti, scorrevoli, non sempre di semplicissima comprensione, ricchi di ammicamenti a quei lettori di gialli che ritroveranno lo stile di parlare, il comportamento di personaggi conosciutissimi. Non solo investigatori ma anche Dora Gray (donna alla ricerca del suo ritratto) e Torquato Tasso.
Infatti, il secondo racconto, il più lungo e intenso, dotto e complesso, è in realtà un'indagine a cavallo di secoli, indagine condatta da un ex commissario e da uno studioso. Un omicidio che s'intreccia con la vita di una donna, forse due, la logica del potere e Torquato Tasso, l'autore della Gerusalemme Liberata, ma anche di versi il cui significato darà adito a interpretazioni varie. Ed è proprio in questo racconto che il contenuto del libro raggiunge consistenza: un racconto sul senso di colpa, sul rimorso e sulla sofferenza.
"La caccia all'assassino era finita, e avevamo scoperto che tutti siamo colpevoli, e che tutti desideriamo espiare senza riuscirci."
L'unico difetto è la mancanza di unità tematica, che è così frammentata da poter essere difficilmente ricomponibile. La straordinaria versatilità stilistica, però, è un eccellente compenso alla carenza.
Il mondo degli insetti, alla fine, non è così noioso...
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Povero Eco, chissa' se lo avra' letto.
Chissa perche' il Celli ha scelto proprio Eco...
@CUB: Perchè ha scelto Eco non te lo dico, nanche se lo specifica, la cara Dora invece è nella spirale della perdizione!
Libro che mi intriga moltissimo e che metto subito nella mia biblioteca!!!!
Molto divertente Dora gray!!!! Inoltre l'autore, secondo me, ha azzeccato perfettamente nella scelta di Umbi come vittima!!!!
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