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“Uva noir” di Gabriella Genisi – commento di Bruno
Terzo episodio del commissario “femmina” Lolita Lobosco, terzo frutto che la simpatica autrice, Gabriella Genisi, offre ai suoi lettori: dopo sferici agrumi (“La circonferenza delle arance”) e gustose amarene (“Giallo ciliegia”), entrambi oggetto di precedente commento su Qlibri, è il turno degli acini zuccherini di “Uva noir”: un giallo dalla struttura semplice, ma incisiva.
In questo nuovo capitolo della saga, il volitivo commissario con cromosoma xx targato Bari è impegnato a risolvere un orribile caso di infanticidio: il piccolo Morris è stato strangolato nel giardino di casa e i primi sospetti ricadono – come purtroppo la cronaca nera talvolta suggerisce – sulla madre. Una donna sensuale, capricciosa, che ha alle spalle un passato equivoco e un matrimonio d’interesse e che investe il suo presente in traffici loschi. Passato e presente sono valsi all’ambigua Lorena il soprannome di “Uva ‘gnura”, uva nera in dialetto pugliese.
Come nelle precedenti puntate (è proprio il caso di utilizzare questo termine, visto che presto il sexy commissario Lobosco sarà protagonista di una serie TV!), l’indagine è animata dalle vicende sentimentali di Lolita, dedita alla conquista del procuratore Giovanni Panebianco e impegnata nell’individuazione dell’autore di scritte ingiuriose contro di lei.
Sarà una telefonata di Montalbano (sì, proprio lui, quello di Camilleri!) a fornire all’intuito investigativo tutto femminile di Lolita uno spunto per risolvere il caso.
Anche questa terza avventura di Lolì riconferma che Gabriella Genisi, organizzatrice del recente evento letterario “Il libro possibile” giunto in Polignano a Mare alla sua undicesima edizione, è autrice sensibile, spiritosa e fantasiosa.
Un libro indicato a regalare anche piacevoli pause di intrattenimento sotto l’ombrellone, nell’opinione di …
… Bruno Elpis
Chi lo desidera, può leggere la mia intervista all’autrice sul mio sito personale a questo link:
http://www.brunoelpis.it/le-interviste/202-tutti-pazzi-per--lolita-intervista-a-gabriella-genisi