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UN SERGENTE NELLA “CORTINA DEI POVERI”
Un altro libro di Macchiavelli ambientato tra Bologna e Loiano, piccolo paesino che si incontra sulla Futa per arrivare a Firenze scavallando l'appennino tosco-emiliano.
“L'abitudine fa apparire logiche le situazioni più assurde o ridicole: è una massima che devo tenere bene a mente perchè può servire ancora.”
A parlare è l'Io narrante, sempre accanto a Sarti Antonio, come se fosse la sua coscienza o il suo grillo parlante.
Lo stampo della trama è analogo agli altri romanzi: un reato, un sospettato subito incarcerato e tanti altri personaggi che ruotano colpevolmente o meno attorno alla storia.
Ritroviamo il sergente Sarti Antonio, sempre così atipico da farci sorridere e sperare che nella realtà non ci sia un soggetto del genere in polizia, l'agente Felice Cantoni, provetto rallysta sulla statale della Futa, dove vi assicuro che i tornanti si smettono di contare dopo poco per prestare attenzione agli impavidi motociclisti che rischiano ad ogni curva, cieca o meno, di saltarti fuori invadendo la tua corsia ogni tre per due, l'ispettore capo Raimondi Cesare, sempre pronto a comandare e a prendersi i meriti di un caso risolto solo grazie ai suoi ordini, Rosas, lo studente antagonista di Sarti che compare sempre nelle sue indagini come se fosse la sua ombra e... l'immancabile caffè!
Il reato questa volta consiste in un colpo nella banca di Loiano e nella scoperta del cadavere di uno dei rapinatori in un graticcio nel bosco; maggior sospettato? Il direttore della stessa banca, tale Adelmo Valeriani. Ma ben presto i sospetti cadranno anche su altri personaggi implicati nella vicenda: Elisabetta, la bella moglie del direttore, Stefano, venditore di enciclopedie, Giorgio il “domenichino”, Federico Sanguinetti, il giovane carabiniere di Loiano.
Il finale vede tutti i personaggi riuniti insieme a casa della bella Eli e qui Sarti Antonio, provetto attore-protagonista di uno sceneggiato televisivo che racconta le sue gesta all'Italia intera, ripercorrerà e ricostruirà fedelmente l'intera vicenda, accusando i colpevoli e scagionando gli innocenti.
Un altro romanzo che si legge in pochissimo tempo, data la brevità del racconto; un romanzo che presta particolare attenzione nella descrizione dei luoghi in cui si svolgono i fatti e del personaggio di Sarti Antonio, sergente davvero atipico, a tratti arguto, a tratti stupido, a tratti semplicemente umano; un giallo apparentemente elementare, ma che più va avanti più si aggroviglia, nell'attesa di un finale inaspettato e... di una tazzina di buon caffè preparata dal nostro sergente!