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Uva gnura
L'uva che ci offre Gabriella Genisi in questa terza indagine del commissario Lobosco,è aspra, non ubriaca ma stordisce quel poco che basta a darci coraggio è convincere noi e Lolitasua a guardare in un sacco nero, nero come l'anima di certi esseri umani, dove hanno seppellito un innocente, un bambino di nome Morris.
Ci vuole coraggio assai per indagare su un delitto tanto orribile e Lolita ci prova, all'inizio tentenna, sembra quasi mantenere un profilo basso, si fa distrarre dal bel magistrato, bisticcia con Danilosuo,la madre e la sorella, poi c'è quella strana faccenda delle scritte ingiuriose contro di lei nel parcheggio della Questura. Alla fine Lolita comincia a fare sul serio, interroga i vari testimoni,il padre dottor Lorenzo Milone,ricco farmacista, la madre Lory Depalma bella arrivista, la tata straniera, gli scagnozzi messi a guardia della villetta,perchè? E' una storia anche di mafia? Tutti giurano di aver voluto bene a quell'anima innocente,eppure c'è fra loro qualcuno che mente,quando muore un bambino, ucciso in quel modo,l'orco come nelle favole ha avuto la sua,vendetta? Toccherà a pollicina-Lolita, scoprire, cercare le mollichine che portano nell'antro dove si nasconde il mostro.
Un thriller originale e gustoso proprio come i piatti della cucina barese, si legge slow food,accompagnato con un Pardas Aspriu bianco,parola di Pepe Carvalho.
di Luigi De Rosa