Dettagli Recensione
Romanzo pieno di soprprese
Dissento dal giudizio di sydbar e da chi si è accodato, secondo me, senza aver letto "I custodi della pergamena proibita". Il cinese NON sbuca fuori dal cilindro in modo grossolano, bensì secondo dei passaggi ben precisi fatti dall'autore. Sembra che il libro non sia stato letto con attenzione da Sydbar e non abbia valutato che Gritti lavora in base a canoni ben precisi e calibrati. L'ostacolo da lui ben sormontato era la parte storica, cioè la rivelazione del contenuto del manoscritto Voynich: una verità che ha dovuto intersecare con fatti di fantasia attuali. Tutto segue una logica ben precisa con ragionamento sottile, come la presenza del frate e di tutto un insieme di personaggi comprimari, la cui funzionalità non è fine a se stessa. Anzi, il ricorso alla figura del cinese risulta quella che Conan Doyle definerebbe "la casualità indispensabile, per tirare dalle panie l'intelletto investigativo". Il commissario Corsi aveva necessità di un soccorso: e quale personaggio migliore fare entrare in scena, se non un disgraziato da lui salvato anni prima? Questo per chiarire a Sydbar la presenza orientale. Ciò che mi meraviglia è il giudizio sempre di Sydbar culla copertina, che trova meravigliosa. Mi pare un po' assurda la cosa, poichè essa appare più d'impatto che di buon gusto.
Parliamoci chiaro, il valore del libro sta nell'aver rivelato un mistero che dura da un secolo. E questo non rientra nella fiction.
Credo che certi giudizi avventati siano scritti come provocazione. Intelligenti pauca.