Dettagli Recensione
La vita divisa in tre parti
'Il metodo del coccodrillo' di De Giovanni è stata una piacevole sorpresa per me diffidente, come molti, per gli autori italiani di gialli. I brevi capitoli, ritmati più volte dalle stesse parole, trascinano i lettori nelle vie di una Napoli livida offerta con spaccati che la rappresentano in tutta la sua attualità, una città che vive di alibi, l'autore impietoso osserva: 'qua la camorra è un ombrello qualsiasi cosa avvenga è stata la camorra'. Il vecchio, il coccodrillo si aggira innocente nella città colpevole, nella quale nessuno lo vede, alla ricerca della sua giustizia. Il ritmo degli avvenimenti diviso in due dalla 'sciabolata' dello sbirro che ipotizza una diversa identità delle vittime, dei puniti, dà forza a tutto il racconto che si svolge in pochi giorni con la memoria di giorni passati e dimenticati, nei quali un antico dolore, del quale si è anche colpevoli, si manifesta infliggendo dolore. Da un punto di vista 'tecnico' si resta perplessi quando una indagine affannosa alla ricerca dell'assassino che ucciderà, condotta con un ritmo sempre più veloce, si ferma. Non sembra possibile (o forse sì?) che arrivati quasi alla soluzione un magistrato e un poliziotto cazzuti si bloccano davanti a un ufficio chiuso, a una segreteria telefonica muta. In una vicenda reale gli indagatori (o forse no?) avrebbbero 'sfondata la porta' che li separava dalla verità sarebbero arrivati al padre dell'ultima vittima senza attendere l'apertura dell'ufficio, non avrebbero telefonicamente colloquiato con una impiegata umanamente accidiosa.
Ma forse un giallo è anche questo...
Osservazione finale: uno dei personaggi riflette sulla vita divisa in due parti dalla nascita del figlio. Chi scrive pensa che la vita si divide in tre parti, l'ultima dalla nascita di un nipote.