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Troppo segreto per me
Il Trecento è un secolo cruciale per l'Italia: i Comuni perdono potere, iniziano a decadere a favore delle Signorie; emerge la figura del mercante, colui che saprà crearsi la Fortuna tramite il suo ingegno; la Chiesa si sposta ad Avignone e il popolo italiano non sa più a chi credere, se in Dio, se al denaro, se a se stessi.
Fioretti riesce ad evocare questo periodo con sapienza, abilità, grazie alla sua cultura derivata dalla passione per le Lettere.
In questo modo Dante, colui che avrà il coraggio di denunciare una corruzione sempre più dilagante, diventa oggetto di intrighi, misteri, codici nascosti.
Il grande poeta è davvero morto di malaria oppure qualcuno credeva che custodisse un segreto pericoloso?
L'idea è molto allettante: una ricerca approfondita nei testi della Commedia per vedere se davvero quell'opera mirabile, di grande denuncia per il secolo, contenga qualcosa di straordinario.
Avremo il piacere di conoscere la figlia di Dante, suor Beatrice, e il suo fratello Giovanni, i quali, insieme all'aiuto di un ex templare, cercheranno di capire se l'improvvisa morte del padre sia stata accidentale.
Per i personaggi un punto di merito: Fioretti parte con il delineare la famiglia dell'Alighieri, persone di cui spesso non si sa nulla ma che invece furono molto importanti nella vita del poeta; persone vive, con emozioni, analizzate interiormente che riescono davvero a farci comprendere i loro sentimenti.
E poi ci sono tanti altri personaggi che si muovono in tutta l'Italia per fornirci informazioni da ogni angolo della penisola (e anche oltre). Descrizioni ottime, anche se a volte prolisse, conferiscono l'atmosfera giusta per inseguire l'indagine della Commedia.
E allora vi domanderete: cosa c'è che non va?
Primo tasto dolente, lo stile: piuttosto indeciso, 'alto' in alcuni punti e normalizzato in altri, davvero ho fatto fatica a seguirlo a causa del lessico ricercato e della forma che spesso cerca di essere poetica... non c'è una via di mezzo!
Secondo tasto dolente, e il peggiore a mio dire: le analisi stesse della Commedia, dei versi, della struttura: non ci ho letteralmente capito niente! Per me è stato come se quelle pagine non fossero esistite, non sono riuscita a dargli un senso. So che la colpa è anche mia: questo testo in effetti richiede una certa cultura riguardo a Dante. Ma quanto è troppo è troppo!
Un libro per essere bello deve essere comprensibile in tutte le sue parti, e per me questo non lo è stato.
Ho apprezzato la fantasia dell'autore nel descrivere le vicende salienti, abbastanza originali, ma mi sono ritrovata spesso annoiata e svogliata a proseguire.
Ho tenuto duro fino alla fine, ma solo per trovare una conclusione 'sciapita' (che non sa di niente) e, rispetto al ritmo generale del libro, decisamente affrettata.
Caro Fioretti, c'è da lavorare su di te... se non che apprezzo il fatto che sul dialetto abruzzese ci hai azzeccato, ma questo ti è stato facile.
Consigliato se avete tanta pazienza e vi piacciono le sfide. Perché questa sarà una dura guerra!
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Commenti
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...non lo leggero mai!!!
Grazie per l'utile informazione
Il fatto positivo e che ho ripassato Dante... in futuro potrebbe servirmi.
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