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"Dopo lunga e penosa malattia" di A. Vitali
In questa vicenda, scritta con l’inchiostro giallo, un medico curioso e interessato, tal Carlo Lonati – un medico, immancabile protagonista nelle storie di Andrea Vitali: che sia una sorta di transfert per il medico-scrittore bellenase? - viene chiamato per un’urgente visita notturna dai familiari dell’amico di sempre, il notaio Luciano Galimberti. Ma il dottore non può far altro che acclarare la morte del suo ex compagno di avventure, indicando “morte naturale” come causa del decesso. Tuttavia, il Lonati si convince che la morte del compianto notaio è stata causata dall’intervento umano.
In particolare, la convinzione nasce da un necrologio inappropriato che viene pubblicato per l’occasione: che senso ha, per un infarto, parlare di morte sopraggiunta “dopo lunga e penosa malattia”?
Ne segue una girandola di eventi, in mezzo ai quali il medico-segugio fiuta l’odore dell’omicidio. Con determinazione, l’improvvisato investigatore si impegna a smascherare l’assassino attraverso un’indagine condotta sulle fantastiche sponde del lago di Como, durante un’ottava dell’estate di San Martino (i fatti sono descritti in un diario che si sviluppa dal quattro al dodici novembre).
Un classico di Andrea Vitali, che questa volta si misura in un’interpretazione del tutto personale del genere “giallo”. Con il suo stile così distintivo, che lo caratterizza in modo inequivocabile nel panorama narrativo italiano.