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"L'ultimo hacker" di G. Ziccardi - Il commento di
Giovanni Ziccardi, docente universitario di informatica giuridica il cui motto nel profilo Facebook è “peace and law”, ne “L’ultimo hacker” si occupa, sorpresa!, di … reati informatici e non. La fa creando il personaggio di Deus, al secolo Alessandro Correnti e per i consociati avvocato penalista con studio in Milano, dopo un passato come “membro attivo … di uno dei più importanti e rispettati gruppi hacker di tutti i tempi”.
Le avventure di Deus, in questo romanzo, si avvicendano tra le forche caudine di tre reati. Primo: un drammatico caso di pedopornografia. Secondo: un traffico internazionale di cuccioli dall’Europa dell’Est. Terzo: l’omicidio dell’amico, “God”, che è riuscito – almeno così sembra - a smascherare i misteri di un sofisticato software in grado di realizzare il controllo tecnologico delle persone.
Alex è un eroe dell’era “immateriale” del terzo millennio. In una nuova concezione dell’azione, l’ambiente nel quale i personaggi si muovono è il ciberspazio, ossia “la cosa più potente mai creata. E’ l’unica tecnologia che ha la capacità diretta di cambiare i comportamenti dell’uomo, di modificare le abitudini, di creare vite parallele che sembrano virtuali ma sono reali, di smuovere il pensiero dell’esser umano.”
Naturale che, in questa nuova realtà, l’omicidio di God venga realizzato in modo elettronico, che il suo corpo venga sottoposto a “autopsia digitale”, che la ritorsione contro il suo sicario venga attuata sopprimendolo a distanza, senza che i vendicatori – Deus e l’amico Evey - si spostino di un solo passo dalla loro cabina di regia, che si trova a Matera.
Il romanzo è animato da alcune dimensioni che mi trovano sensibile, come l’ecologismo. L’amico Evey è “il leader di Resistenza ecologica, un movimento nato nella grotta dei pipistrelli, nel parco delle Murge materane.” O come l’animalismo, ben visibile nella lotta contro il crimine del traffico internazionale di cuccioli, oltre che in diverse scene: Sophie, l’avvocatessa degli animali, si muove con un licaone, Deus viaggia in moto con il suo inseparabile cane Bonanza, mentre Evey “ha un falco appoggiato sulla spalla”.
Nel romanzo, infine, c’è il grande tema del “Grande Fratello”, opportunità o ossessione della nostra era. Perché God si è impossessato del “primo esempio di software per il controllo globale delle fonti di informazione elettroniche”. E’ un software che attinge da cellulari, webcam, telecamere e “permette … di rendere queste informazioni in base a parole chiave o ai dialoghi”. God era determinato a svelarlo, “stava per lanciare un programma di democrazia elettronica, di trasparenza nella cosa pubblica, un sistema che avrebbe condizionato ogni aspetto della società”, per passare “da una società controllata e sorvegliata in segreto a una società trasparente”.
Oltre ai temi stimolanti che tratta, il romanzo è innovativo anche per il linguaggio, che naturalmente risente di neologismi ed espressioni anglofone. E si articola in capitoli spesso denominati in modo originale: come “Habent sua sidera lites” (cap. 27) o “Curiosity killed the cat” (cap. 47)
Sono sicuro che il romanzo impressionerà anche i più sofisticati lettori e gli appassionati del legal thriller. E non soltanto chi, quotidianamente, lotta nello strenuo tentativo di ricordarsi le password e cercando di destreggiarsi con PC che s’impallano, come …
… Bruno Elpis