Dettagli Recensione
A volte per sapere è meglio non sapere
Malvaldi l’ho scoperto per caso e, devo dirlo, grazie al passaparola.
La sua serie sul Bar Lume è oramai così mitica che già si parla di trasposizione televisiva, con tanto di Valerio Mastrandrea nei panni del barrista Massimo. E perché non dovrebbe essere così? I soi libri sono una boccata d’ossigeno in un mondo tetro. Divertenti, leggeri, intelligenti e mai banali, accompagnano il lettore in un piacevole viaggio nel quotidiano che, a volte, può diventare straordinario.
Anche questo quarto appuntamento non fa differenza, dove la noia di una estate senza omicidi e la riapertura ad opera dei quattro vecchietti di un caso di venti anni prima sono solo il pretesto per narrare.
Certo, se una critica si può fare, a parte quella del formato dei libri Sellerio che io trovo da sempre antipaticissimo, è quella della poca evoluzione. In quattro libri, tranne il viavai di Tiziana, poco è cambiato al BarLume. Squadra che vince non si cambia, si diceva un tempo, ed è ancora vero. Ma Malvaldi qualcosa se lo dovrà pure inventare nel prossimo libro…
Per concludere, volevo ricordarvi i quattro vecchietti del bar, che sono così mitici che da causarmi risate così sonore, tali da svegliare il mio compagno mentre leggevo a letto.
Ditemi voi se è poco, deh!