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Il giorno dei morti
Bravo Maurizio De Giovanni, in questa quarta prova con protagonista il commissario Ricciardi, l'autore ci prende letteralmente in giro, ci tiene davvero in sospeso fino all'ultima pagina con un pathos che non abbandona mai la trama.
Siamo sempre in una Napoli ai tempi del Duce, dove miseria e nobiltà convivono strettamente tra loro, riconoscendosi, attraendosi ed evitandosi allo stesso tempo.
Preciso subito che questo è un puro concentrato dei 7 peccati capitali, l'accidia attraverso la quale si ha paura di affrontare una vita con le sue frustazioni e paure; la superbia attraverso comportamenti che si ripetono contro il debole; l'ira che si impossessa di molti personaggi presenti attraverso gesti violenti gratuiti; l'avarizia questo amore indiscusso nei confronti dei beni materiali, peccato che è rivolto contro il prossimo, se stessi e Dio, ancora più spregievole se compiuto da un uomo di Dio; gola anche se in questo caso non dovuta da un amore sconsiderato verso il cibo ma piuttosto da un bisogno estremo di quest'ultimo a causa della miseria, in cui anche una briciola diventa motivo di contenzioso; lussuria dovuta da un bisogno carnale di un lui in una lei ed una lei in lui ma anche di atroci violenze contro i più deboli e indifesi; invidia forse il peggiore di tutti, antica come l'uomo, si genera quando non si riesce ad identificare se stessi e pur di raggiungere tale identità si demolise quella altrui.
E' stato importante fare questa analisi, credetemi, perchè l'autore ci fa brancolare nel buio estremo dell'animo umano, forse a causa dei tempi di ambientazione o forse per uno stile narrativo di De Giovanni che ci distrae, ci indica un percorso ma al bivio scappa via abbandonandoci senza bussola.
Non si sa più per quale motivo abbiamo deciso di leggere questo libro, forse per le indagini improvvisate caparbiamente, sulla morte di un orfanello di strada o per capire come si svilupperà la vita privata di Luigi Alfredo Ricciardi.
Un vero Big Beng di emozioni, sentimenti, sensazioni che ci travolgono dall'inizio alla fine, con un finale che nelle ultime pagine appare quasi romanticamente poetico.
Sono stato prolisso ma penso che ne valga la pena.
Maurizio De Giovanni meriterebbe molta più attenzione, ripeto come in altre opinioni espresse in altre occasioni, è un De Filippo moderno che ci introduce su una dimensione napoletana assolutamente soffocante.
Un plauso particolare va fatto alla Fandango, casa editrice che ci ha dato la possibilità di apprezzare un grande scrittore, complimenti alle sue copertine che mi ricordano delle opere di Claude Monet, belle da impressionare.
Vorrei parlarvi per ore di questo libro ma vi lascio alla sua lettura, sicuramente più interessante della mia recensione.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Commenti
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Stamattina sono indeciso se leggermi l'ultimo libro di De Giovanni, Per mano mia, o conservarlo per leggermi prima qualcosa di diverso e tenermi sulle spine un altro po'. Penso che entrando nell'ottica dei personaggi poi si rimanga Ricciardi/Maione dipendenti.
CONSIGLIATISSIMA TUTTA LA SERIE.
Syd
@Syd, a me il Natale mi ha lasciata un pò freddina....per carità la musicalità è sempre la stessa...ma non so il migliore rimane, per me, "Il posto di ognuno".
Allora è assolutamente da leggere!!!
Bella rece Syd...molto appassionata.
Sono dei piccoli gioielli letterari dall' intensa lucentezza. De Giovanni è il MIO Camilleri.
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Ecco forse è anche un po' colpa mia che ho voluto leggere la trama esattamente prima di andarmene in libreria...ehm.... :P
Scherzi a parte, complimenti davvero, gran bella recensione ^_^