Dettagli Recensione
L'ho divorato. E ho fatto indigestione.
Deluso da quando ho iniziato a leggere le prime pagine del romanzo. Ho pensato "E vabbè, andiamo avanti che probabilmente migliora". Macché. Non mi piace lo stile di questa scrittrice, sempre la solita struttura della frase: la prima parte di una frase, poi c'è il punto, e l'ultima parola (o al massimo le ultime due) che completa la frase sta dopo il punto. Questa tecnica mi sarebbe piaciuta se fosse stata usata una, due volte in tutto il libro (di sole 250 pagine, per fortuna, altrimenti l'agonia sarebbe stata maggiore). Altra nota negativa, parolacce ripetute a fiumi in ogni pagina (soprattutto nella prima parte del romanzo). Il Divoratore che dice sempre le stesse cose, o quasi. L'idea non è originale, un'accozzaglia di "It" (Stephen King, che ve lo dico a fare?) e "Il ritratto di Dorian Gray" (Wilde, che ve lo dico a fare? al quadrato). Il tutto condito da una prevedibilità davvero scocciante.
Insomma, "Il Divoratore" è stato il libro della Newton Compton che mi è piaciuto di meno per ora... anzi l'unico che non m'è piaciuto per niente.
Deludente.
Scadente.
Ripetitivo.
Copiato.