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Psicanalisi in giallo
Il singolare detective Bacci Pagano, protagonista di una serie di romanzi noir, nasce dalla penna di Bruno Morchio, noto psicologo e psicoterapeuta genovese. In questo suo ultimo romanzo, dedicato a tutti i pazienti che insieme a lui hanno cercato una verità nascosta, l’autore fa sì che anche il suo personaggio incontri il mondo psicanalitico che, tingendosi di giallo, rimanda le sue luci e le sue ombre in un cammino raffinatamente indaginoso che il nostro protagonista deve percorrere attraversando un intrico di omissioni e cose non dette sulle quali, spesso, sono edificate le nostre esistenze. Giovanni Battista Pagano, noto Bacci, ha un passato giudiziario ingiustamente sofferto e una vita sentimentale disorganica, tanto da essere definito, da Mara, la sua ex fidanzata, un “analfabeta dei sentimenti”. Ascolta Mozart e Guccini, legge Proust e Dostojevski, è un appassionato della buona tavola, viaggia su un vespone color amaranto e conosce ed ama ogni angolo della sua città : Genova.
Attraverso i suoi occhi possiamo così vivere l’atmosfera di una Genova antica mixata alla perfezione con una Genova nuova, più attuale, una città eterogenea, composta da realtà multietniche da cui scaturiscono una grande varietà di aromi lontani ed esotici che si integrano perfettamente all’odore del pesto e delle fragranti focacce intrise d’olio profumato. Possiamo respirare l’odore salmastro del mare, inondarci dei rossastri e dolci tramonti delle colline genovesi, guardare incantati le piogge sottili o i diluvi improvvisi cadere sulle foglie degli alberi, passeggiare per i carruggi brulicanti di varia umanità, risalire le crose che salgono tra i fertili pendii. E poi, incontrare le antiche case nobiliari ormai cedute alle banche e le zone dove sorgevano le grandi industrie, ora trasformate in centri commerciali, ad alimentare il più smodato consumismo. Qui, in una villetta di Nervi, Bacci, chiamato in aiuto da Mara, si troverà davanti il difficile e non consono compito di sorvegliare sull’incolumità del Dottor Nicolò Ingroia, detto il Gigante, psichiatra e psicoterapeuta di fama che, depresso ed alcolizzato, ha già messo in atto un tentativo di suicidio. La moglie di Ingroia, Carolina, sua ex paziente, una donna inquieta e dalla sessualità apparentemente incerta, reclama aiuto per salvaguardare la vita del marito e un matrimonio che sta crollando. Bacci e lo psicanalista si erano già incontrati vent’anni prima durante l’indagine sulla misteriosa morte di un suo giovane paziente assassinato in Thailandia, un caso rimasto irrisolto.
Gli accadimenti del passato e del presente si alternano ai dialoghi, alle riflessioni e alle dispute verbali tra Bacci ed Ingroia che, quasi inconsapevolmente, finiscono per relazionarsi ricreando una diade pseudo psicanalitica. Ciò consentirà il riaffiorare delle oscure zone interiori di entrambi, fino al ripristino di una verità che ha origini lontane ma ancora radicate nel presente, permettendo non solo di dare una risposta ai trascorsi insuccessi investigativi ma anche a riedificare una situazione sentimentale e familiare che sembrava ormai irrimediabilmente compromessa. Bacci, uomo pieno di intuizione ed ironia, intelligente e razionale ma dalla personalità screziata da quel tanto di contraddizione e di impulsività che gli regalano fascino e una certa dose di carisma, ci condurrà gradualmente a comprendere, perfettamente guidato dalla mano del suo autore, che “ è necessario scavare nel passato per capire cosa non funziona nel presente”, intessendo così l’elogio ad una psicanalisi che sembra andare in disfacimento perché, ormai, nessuno ha più voglia di capire profondamente se stesso.