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Il giallo dal volto umano
Marco Vichi ci catapulta nella Firenze dell’ottobre 1966 e già dalle prime pagine ha la capacità di
coinvolgere il lettore nella vita del Commissario Bordelli, un antieroe cinquantenne appena appesantito
dai troppi pasti fuori casa. I suoi pensieri oscillano tra i ricordi della Resistenza e i progetti per un futuro da pensionato accanto alla donna dei suoi sogni, forse ancora da incontrare.
La prosa pulita e apparentemente semplice ha la stessa naturalezza della vita quotidiana, di quel vivere giorno dopo giorno sentendo tutta la pesantezza del passato e i problemi del presente .
Non per questo Bordelli ci appare meno eroico, quando nonostante l’emergenza dell’alluvione rincorre con ostinata determinazione la soluzione della scomparsa di un ragazzino.
Il caso verrà in suo aiuto offrendogli una traccia che Bordelli, da buon commissario, non mancherà di cogliere.
La contrapposizione tra le nefandezze dei carnefici della buona borghesia fiorentina e la rettitudine imperfetta e tollerante del Nostro ce lo farà amare ogni pagina, rendendoci il suo piccolo mondo di gatti, massaggiatrici e commesse sempre più familiare.