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Un mostro banale e intelligente
Giorgio Pellegrini è il personaggio principale e la voce narrante del romanzo: un cinico senza sentimenti, senza spessore, volitivo, intelligente e determinato. Mi è capitato spesso di leggere commenti negativi (scritti da critici non qualificati) su questo bel libro di Carlotto, basate proprio sulla negatività di questo personaggio. Sono commenti che sorprendono e fanno riflettere. Certo, il personaggio è odioso, uno dei più odiosi che io abbia mai incontrato tra le pagine dei libri, ma sono dettati solamente dall’emozione, e se non “ci azzeccano” con la qualità del romanzo, possono testimoniare sulla bravura dell’autore, che ha costruito un vero mostro banale nella sua malvagità.
L’ambiente in cui vive il protagonista non è migliore di lui, che non è nato così bastardo: in gioventù è stato un cazzone e ha commesso un grave errore, ma poi ha imparato dall’esperienza ed è diventato un delinquente completo e un assassino efficiente, riuscendo infine a riabilitarsi.
Questa fiaba nera si svolge nel Nord Est italiano, ma secondo me potrebbe svolgersi con minime differenze anche in altre regioni della nostra Italia: da Palermo ed Aosta, Giorgio Pellegrini riuscirebbe comunque a raggiungere il suo lieto fine.