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Chi sono i buoni?
Se mi dicessero: "ti piacerebbe leggere un libro giallo dove a metà del libro sai già chi è l'assassino?" risponderei "Ma stai scherzando, vero?". Invece no. In questo caso la metà del libro segna una svolta, uno stravolgimento delle certezze, un ribaltamento dei canoni che lascia spiazzati, ma che ti fa apprezzare ancora di più quello che segue.
Giuditta è un medico legale, tra CSI e Quincy, a cui sono affidati i casi del cosiddetto "seviziatore", e la seguiamo attraverso le prime indagini fino a quando a metà libro il killer ha un nome ed un volto. E, come dicevo, questo è l'inizio dell'incubo per Giuditta e gli altri protagonisti, un incubo reale fatto di false prove, depistaggi, infatuazioni e storie d'amore con personaggi che non esistono (almeno ufficialmente), incubo che fa reggere la tensione al romanzo fino alle ultime battute, con l'ultima parola a ribaltare per l'ultima volta il senso comune ed i suoi inganni.
Libro di bellezza rara, non apprezzato solo da chi cerca una storia alla Holmes o Poirot e si trova privo di riferimenti per poterlo capire, scritto bene e sceneggiato meglio (il plot, per usare un inglesismo, è ai limiti della perfezione), lo consiglio a tutti quelli che da un libro "giallo" non cercano solo di fare a gara con l'ispettore per vedere chi è più bravo, ma che sanno apprezzare l'approfondimento psicologico e si lasciano tentare dal lato oscuro, senza mai essere sicuri della parte dalla quale stanno i buoni.
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Commenti
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Carlotto in effetti a me piace molto, ma posso capire che non sia di approccio semplicissimo... io ho iniziato con una raccolta "l'alligatore" o qualcosa del genere, e mi è piaciuto, molto coinvolgente e crudo, per questo l'ho accostato a Bilico, ma l'ambientazione è molto diversa.
Grazie per i complimenti!
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